ANNULLATE TUTTE LE MULTE AUTOVELOX: “40 milioni di € di risarcimento solo in Italia” | C’è un problema tecnico (quasi) irrisolvibile

Autovelox - (pexels) - IlFogliettone.it

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Rivoluzione autovelox: l’Italia verso nuove regole entro il 2025, molte multe sono illegittime e saranno cancellate.

Una vera e propria rivoluzione normativa è alle porte per il sistema di rilevazione elettronica della velocità in Italia. Il decreto firmato dal ministro Matteo Salvini ha fissato una scadenza chiara: entro il 12 giugno 2025 tutti i comuni dovranno adeguarsi a nuove direttive che cambieranno radicalmente il modo in cui vengono installati, omologati e utilizzati gli autovelox sul territorio nazionale. Una riforma che mira a garantire maggiore trasparenza e sicurezza, ma che porta con sé complesse conseguenze economiche e legali.

Una delle ragioni principali che hanno spinto verso la riforma è rappresentata dalla recente sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato illegittime le sanzioni comminate con dispositivi approvati ma non omologati. Questo pronunciamento ha creato un vero terremoto giuridico, gettando ombre su milioni di multe elevate negli ultimi anni. Secondo le stime del Codacons, circa 40 milioni di euro in sanzioni potrebbero essere contestate e potenzialmente annullate, generando gravi perdite per le casse comunali.

A rendere la situazione ancora più delicata è lo stato di vetustà della maggior parte dei dispositivi attualmente in funzione. Quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili sono stati validati prima del 2017, anno in cui sono entrati in vigore nuovi criteri tecnici più rigorosi. Senza un intervento normativo che regolamenti retroattivamente queste apparecchiature, le sanzioni emesse da tali dispositivi rischiano di non reggere a eventuali ricorsi in sede legale.

La riforma affida ai Prefetti un ruolo centrale nella pianificazione del nuovo sistema di controllo della velocità. Saranno loro a identificare i tratti stradali dove è legittimo e necessario installare gli autovelox, tenendo conto di elementi come l’incidentalità, l’impossibilità di contestazione immediata e la presenza di violazioni ripetute. L’obiettivo è evitare installazioni arbitrarie e assicurare una maggiore coerenza tra la presenza degli strumenti e i reali rischi per la sicurezza.

Strade a rischio senza controlli adeguati

Se da un lato si intende porre fine agli abusi, dall’altro emergono timori legati alla sicurezza. Alcuni tratti, come la statale 372 Telesina o le strade montane tra Bolzano e San Candido, sono noti per l’alta pericolosità e necessitano di controlli costanti. L’eventuale disattivazione di autovelox non adeguati potrebbe lasciare scoperti questi percorsi, aumentando il rischio di incidenti in aree già critiche.

Per le amministrazioni locali, la riforma rappresenta una sfida complessa. Da un lato c’è la necessità di rispettare le nuove regole e aggiornare i dispositivi secondo i criteri fissati dal decreto. Dall’altro, si pone il problema delle perdite economiche e della tenuta dei bilanci comunali, spesso fortemente legati ai proventi delle sanzioni. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra legalità, sostenibilità economica e tutela della sicurezza pubblica.

Autovelox - (video) - IlFogliettone.it
Autovelox – (video) – IlFogliettone.it

Un banco di prova per la pubblica amministrazione

Questa transizione sarà anche un banco di prova per l’intero sistema amministrativo italiano. I comuni dovranno dimostrare di saper adattare le proprie infrastrutture tecnologiche e organizzative a una normativa più severa e articolata. I cittadini, dal canto loro, avranno diritto a un sistema di controllo più trasparente e giustificato, riducendo il rischio di multe percepite come ingiuste o speculative.

Con l’avvicinarsi della scadenza del 12 giugno 2025, l’Italia si trova di fronte a una riforma tanto necessaria quanto delicata. La posta in gioco è alta: migliorare la sicurezza sulle strade senza compromettere la stabilità finanziaria degli enti locali. L’efficacia della riforma dipenderà dalla capacità delle istituzioni di attuare soluzioni concrete, tecnicamente solide e socialmente eque.