Antigone, giustizia su suicidio in carcere di Valerio Guerrieri

18 ottobre 2017

L’associazione Antigone “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, chiede giustizia sul caso di Valerio Guerrieri, un ragazzo di 22 anni, che il 24 febbraio scorso si è suicidato nel carcere di Regina Coeli, e si rivolge anche alle Nazioni Unite. “Questa prima parte delle indagini non tiene conto dell`elemento probabilmente principale, ovvero se Valerio Guerrieri si dovesse trovare in carcere o meno”, dichiara Patrizio Gonella, presidente di Antigone. “Da quanto evidenziano le memorie della difesa sembrerebbe infatti di trovarsi dinanzi a un caso di detenzione che non avrebbe dovuto esserci. Un fatto molto grave che assume però ulteriore gravità nella vicenda specifica conclusasi con il suicidio di questo ragazzo”, aggiunge. Per la vicenda, nei giorni scorsi a due agenti della polizia penitenziaria è stato contestato il reato di omicidio colposo. Nella ricostruzione della difesa emerge come il 2 settembre 2016 Valerio viene arrestato in flagranza di reato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Il procedimento scaturito da questo arresto si conclude il 14 febbraio del 2017 quando il giudice lo “condanna alla pena di quattro mesi di reclusione” e “dispone la misura di sicurezza con assegnazione in regime residenziale in una casa di cura per la durata di mesi sei, con revoca della misura cautelare della custodia cautelare in carcere”.

Leggi anche:
Germania: arrestate 2 spie russe, sabotavano sostegno a Ucraina

Viene quindi riconosciuto a Valerio un vizio parziale di mente, sulla base delle conclusioni avanzate dal perito del Tribunale che, nella stessa udienza del 14 febbraio chiariva come fosse presente “un rischio suicidario non basso, quindi non trascurabile” e come questo fosse “un altro elemento che va ovviamente soppesato dal punto di vista trattamentale”. Dunque già mesi e mesi prima del suicidio si constatava un grave malessere e un rischio che potesse suicidarsi. In questa vicenda processuale pare sia stata revocata per due volte dal giudice la misura della custodia cautelare in carcere e in entrambi i casi il provvedimento non è stato eseguito. Valerio Guerrieri dunque per due volte pare resti in carcere senza titolo legale. Il caso è stato posto da Antigone anche all’attenzione del Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura che nel prossimo mese di novembre si riunirà a Ginevra per giudicare l’implementazione della Convenzione in Italia.

Leggi anche:
Consulta cancella Imu su case abusivamente occupate:"non va pagata"

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti