Apprendista cecchino, così si addestrano gli sniper francesi

24 gennaio 2018

L’obiettivo si vede appena a occhio nudo, i due soldati distesi su terreno ghiacciato hanno il respiro regolare, i loro movimenti sono precisi e sicuri. Guardano nel mirino e sparano, colpendo il bersaglio con un proiettile calibro 12,7 a un Km di distanza. Accanto al tiratore vero e proprio, l’altro soldato, lo spotter, prende appunti sulla velocità del vento, distanza, temperatura e una serie di altri parametri per guidare lo sniper nel modo migliore. È in questo modo che si addestrano i futuri cecchini dell’esercito francese prima di essere dispiegati nei vari teatri operativi per la lotta all’Isis e al terrorismo, soprattutto dopo i recenti attacchi che hanno messo sotto scacco la Francia. “Non ci si addestra solo per sparare – spiega l’istruttore, Steve – oltre a questo c’è tutta la fase del combattimento, perché per mettere a segno un colpo devi poter conquistare e mantenere una posizione, devi saperti infiltrare, sapere come muoverti di giorno e di notte, avere un fisico allenato perché a volte si portano pesi di 40, 50 chili. Persone con una buona mira se ne trovano ovunque ma tiratori scelti professionisti ce ne sono pochi”. Lo sparo, in effetti, rappresenta solo il 10% dell’attività di uno sniper. Ci sono operazioni in cui, addirittura, non si spara un solo colpo. Intelligenza e osservazione sono alla base delle attività di questi soldati d’élite che devono essere maestri nell’arte del mimetismo. I cecchini dell’Armée de Terre francese sono addestrati a mantenere la posizione per oltre 36 ore, senza mai muoversi e anche senza dormire. Anche un piccolo riverbero del sole sul loro fucile potrebbe farli scoprire. Nella lotta contro i jihadisti dell’isis devono poter contare sull’effetto sorpresa, osservando il nemico di nascosto per ore, addirittura per giorni prima di poter sparare quel colpo chirurgico, unico e risolutivo.

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