Banche, battaglia al Senato su giro vite per cattiva gestione

Banche, battaglia al Senato su giro vite per cattiva gestione
19 settembre 2017

Oggi nuova puntata in Senato sulle crisi bancarie. In Aula si discuteranno le mozioni presentate dai vari partiti. Fari puntati soprattutto sui dissesti finanziari in Veneto. Le forze dell’opposizione pronte all’affondo, in primis Lega e Movimento 5 stelle che ieri in mattinata ha organizzato un convengo che ha puntato il dito contro l’operato del governo. Ma anche Mdp ha presentato un testo nel quale si chiede subito un segnale nel primo provvedimento possibile per inasprire le pene per i soggetti colpevoli della crisi degli istituti. “Alla Camera l’esponente del Pd Sanga – riferisce un parlamentare di Mdp – aveva accolto l’emendamento sulla possibilita’ di inserire pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici. Poi nell’Aula della Camera tutto questo e’ sparito… Il governo dovra’ rispondere”. Oggi, quindi, a palazzo Madama si riproporra’ il tema. Anche la maggioranza ha depositato un testo, con la firma del Pd, delle autonomie e di Ap, in cui si impegna il governo a svolgere una rapida ricognizione per inserire norme sanzionatorie, anche penali, in linea con il quadro europeo, per chi porta avanti una cattiva gestione degli istituti. Nella mozione si chiedono norme piu’ stringenti anche per la vigilanza delle amministrazioni bancarie, con un ricorso maggiore alle attivita’ di ispezione.

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Inoltre si invita l’esecutivo a promuovere maggiormente una cultura finanziaria. Il dibattito si focalizzera’ soprattutto sulle banche venete e non si esclude la possibilita’ che ci possa essere un si’ anche da parte delle forze di maggioranza a parti delle mozioni presentate da forze dell’opposizione, come per esempio quella depositata dai senatori Augello e Quagliariello. Non si prefigura un clima di particolare tensione ma il tema chiaramente si intreccia con la battaglia che da tempo si conduce in Parlamento su Banca Etruria. Il Movimento 5 stelle e’ intenzionato ad tornare all’attacco sul lavoro che stenta ad avviarsi della commissione d’inchiesta. Al momento appare confermato lo schema per cui il Pd puntera’ sul centrista Casini ma Area popolare e Gal ancora non hanno dati i nominativi dei componenti dell’organismo che dovra’ muoversi in tempi stretti e i timori – anche di FI che ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato che si metta fine alla ‘melina’ – sono legati proprio al ridotto spazio di manovra.

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