Beni per 320 milioni confiscati a “cassiere” del clan Contini e fratello

5 aprile 2017

Beni per 320 milioni di euro sono stati confiscati nei confronti di Gerardo e Ciro Di Carluccio, quest’ultimo, ritenuto dagli inquirenti, il “cassiere” del clan Contini di Napoli e uomo di fiducia del boss Edoardo Contini, a capo di una vera e propria holding criminale attiva in diversi settori economici e finanziari. A eseguire il provvedimento, emesso dal tribunale di Napoli sezione Misure di prevenzione, la Guardia di finanza. Nel febbraio 2015 c’era stato il sequestro preventivo dei beni, disposto dalla procura antimafia partenopea. Secondo i pm, i fratelli Di Carluccio, insieme ai loro familiari, gestivano, attraverso una fitta rete di prestanome, molte attività economiche, dal commercio al dettaglio di carburanti, alla gestione di bar, commercio di oro e preziosi, investimenti immobiliari e anche prestiti di denaro.

Confiscati e destinati, quindi, al patrimonio dello Stato 41 impianti di distribuzione di carburante a Napoli, in alcuni tratti autostradali campani e in Molise; 20 bar tra Napoli e Avellino; tre rivendite di tabacchi tra Napoli e provincia; quattro ditte di oreficeria tra Napoli e Torre del Greco; tre società di torrefazione del caffè nella zona industriale di Napoli; due società di gestione e compravendita immobili a Napoli; un’azienda per il commercio all’ingrosso di alimentari, corredi e ricami e igiene della persona a Napoli; un garage a Napoli; 27 unità immobiliari, tra le quali una villa di pregio a Ischia e un terreno. Per i fratelli, inoltre, è stata disposta la misura della sorveglianza speciale (cinque anni per Ciro e quattro per Gerardo) con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza e una cauzione di 100mila euro di Ciro e 50mila euro per Gerardo.

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