“Berlusconi Assolto ma ha pagato milioni a Ruby”

3 agosto 2014

“Milioni di euro versati in un conto corrente all’estero per Ruby”. Sono parole di fuoco quelle pronunciate dall’ex avvocato di Karima El Mahroug, che dopo la sentenza di assoluzione piena per l’ex premier Silvio Berlusconi, ha deciso di rilevare “segreti” che avrebbe raccolto dalla sua ex cliente durante la trattativa economica che, fino ad oggi, era noto che si sarebbe conclusa con un pagamento di 57 mila euro in suo favore. Il legale Egidio Verzini, in una intervista all’Espresso, non vuole precisare la cifra esatta che sarebbe stata versatata all’estero, ma comunque, in base a quanto riporta il settimanale, si aggira intorno a sei milioni di euro. Ma può un avvocato rivelare particolari raccolti durante la difesa di un cliente? “Assolutamente no. E che le abbia divulgate quando per di più non era più suo difensore è ancora più grave”.

A spiegarlo sono fonti degli Ordini degli avvocati, che “condannano” senza mezzi termini il comportamento del collega. L’avvocato si è giustificato che la sua scelta di parlare è legata al fatto di non voler diventare complice di un un reato, di “un accordo illegittimo”. Ma comunque, avrebbe sempre rivelato che la cifra versata nelle tasche di Ruby sarebbe di milioni di euro e non 57 mila euro. “Se aveva capito che si stava per compiere un reato doveva presentarsi subito in procura e denunciare quanto sapeva e non parlare con la stampa”, proseguono le fonti forensi. E ancora: “Un avvocato è tenuto a non divulgare informazioni raccolte durante il suo mandato e se è un ex legale la situazione è ancora più grave. L’unica scelta doveva essere quella di rivolgersi alla magistratura”. L’avvocato Verzini, in base a quanto riferito al settimanale, avrebbe deciso di parlare soltanto dopo che il leader di Forza Italia è stato assolto.

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“Se Berlusconi fosse stato condannato anche in appello, avrei continuato a tacere, per non ledere la sua posizione di imputato, ma ora la sentenza di assoluzione, purtroppo, viene usata come un’arma per colpire i magistrati della procura di Milano. Non si può far credere ai cittadini italiani che i fuorilegge, in questo Paese, siano i pubblici ministeri. A questo punto mi sento in dovere di parlare”. Per ora le uniche certezze sono due: da una parte l’ex legale che rivela informazioni coperte da segreto professionale, dall’altra invece la presa di posizione dei vertici degli Ordini degli avvocati che “condannano” la decisione di far diventare pubbliche informazioni coperte da segreto. Ma saranno comunque vere? (Il Tempo)

 

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