Berlusconi rassicura Gentiloni: “Noi ci siamo su tutto, a partire da Mps”. E ‘allontana’ le elezioni

Berlusconi rassicura Gentiloni: “Noi ci siamo su tutto, a partire da Mps”. E ‘allontana’ le elezioni
21 dicembre 2016

Era dall’insediamento di Sergio Mattarella che non partecipava a un ricevimento al Quirinale. Sarà per questo che pareva non volesse andare più via, che stava ancora lì a comiziare anche quando ormai il buffet era stato smantellato. Silvio Berlusconi, in realtà, alla tradizionale cerimonia per gli auguri natalizi alle alte cariche dello Stato arriva in ritardo e infatti salta a piè pari il discorso del presidente della Repubblica. Qualche maligno azzarda anche un’ipotesi, ovvero che non volesse sedersi così defilato: la sua sedia riservata era infatti soltanto alla fila 13. Di certo, quando fa il suo ingresso nel salone delle Feste l’ex premier si mostra immediatamente di buon umore. Come sempre, alle prime domande replica restio. Ma poi diventa un fiume in piena. D’altra parte, l’occasione è troppo ghiotta per non approfittarne e mandare messaggi non soltanto ai giornalisti ma anche ai diretti interessati.

SI’ VOTO MPS Il leader di Forza Italia si intrattiene, dunque, a parlare sia con il capo dello Stato che con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, mostrando il suo lato più conciliante. “Noi ci siamo su tutto, a partire dal voto su Mps”, dice. A suo giudizio, infatti, “bisogna assolutamente salvare” la banca toscana “checchè ne dica l’Europa, altrimenti sarebbe un disastro per il Paese”.  Un atteggiamento rispetto al governo completamente diverso da quello dei suoi alleati di centrodestra. Una distanza che si registra anche sul nodo della data delle prossime elezioni o della riforma della legge elettorale. Berlusconi ammette candidamente che “è giusto che la data del voto si allontani” perché “non siamo assolutamente preparati” e “deve prima arrivare una legge condivisa”. Legge, che a suo giudizio non può però essere il Mattarellum, rilanciato da Matteo Renzi e subito sposato da Matteo Salvini. “Ha funzionato, noi ci abbiamo anche vinto, ma – argomenta – eravamo bipolari, mentre oggi siamo tripolari. Non funziona più”.

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PROPORZIONALE Ormai lo ha detto in tutte le salse: il suo modello di riferimento a questo punto è il proporzionale. Obiettivo grosse coalition con Renzi? Non nega. “Prima facciamo la legge elettorale, poi vediamo”, dice. E a proposito del segretario Pd, non risparmia una stoccata. “E’ già morto politicamente?”, gli chiedono. La prima replica è un’ironica citazione. “Renzi chi?”. Poi però aggiunge: “E’ uscito dalla porta ed è già rientrato dalla finestra”. Quello del Cavaliere al Quirinale è un vero show tra il serio e (molto) faceto. E’ sicuramente il più circondato e salutato tra gli ospiti. Ma c’è una persona che di fatto ignora: Giorgio Napolitano. “E’ stato regista di troppe cose che non mi sono piaciute”, commenta. L’abbraccio più caloroso, invece, è con Denis Verdini. Ma l’ex premier non ha alcun problema a salutare con affetto molti ex compagni di strada come Maurizio Lupi o anche Pier Ferdinando Casini. “Fatemi salutare Silvione”, si fa largo l’ex presidente della Camera. Maurizio Gasparri lo introduce al presidente del Cnel.

IL MILAN “Lei mi deve ringraziare”, gli dice sorridendo. Si parla, ovviamente anche di calcio. “Negli ultimi anni – spiega – io ho speso 154 milioni nel Milan, questo non è possibile per nessuna famiglia. Figuriamoci se avrei voluto che la squadra andasse ai cinesi che mangiano i bambini”, afferma. “Presidente attento, i giornalisti la ascoltano”, prova metterlo in guardia la deputata Laura Ravetto. Ma Berlusconi non ha freni. E quando una interlocutrice romanista gli chiede cosa si può fare contro la Juve, risponde sempre scherzando: “Bisogna cambiare tutti gli arbitri di serie A e i giudici”. I magistrati, d’altra parte, nei suoi discorsi non mancano mai. Ma a proposito di aziende di famiglia, è Mediaset in questo momento a essere in cima ai suoi pensieri anche se mostra di non essere intimorito dal tentativo di scalata di Vivendi. “Vuole ancora che alla mia età ci sia qualcosa che mi preoccupa?”, risponde. Poi, però, aggiunge: “Pensiamo che molti soci vogliano difendere il principio di italianità del primo gruppo di comunicazioni italiano, per questo siamo abbastanza sereni”.

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