Mattarella lo ringrazia, ma Renzi diserta il Quirinale. L’ex premier a Roma riunisce segretari

Mattarella lo ringrazia, ma Renzi diserta il Quirinale. L’ex premier a Roma riunisce segretari
21 dicembre 2016

Matteo Renzi ieri non ha partecipato all’appuntamento per gli auguri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale, ma arriverà oggi a Roma per vedere i segretari regionali e provinciali del Pd. Il segretario Dem è stato il grande assente della cerimonia al Quirinale, durante la quale Mattarella lo ha ringraziato “per l’opera prestata al servizio del Paese in quasi tre anni di intenso impegno a capo del potere esecutivo”. Renzi mantiene così la linea defilata rispetto alla politica “romana”, ma oggi arriverà nella capitale da Pontassieve (Firenze) per riunire al Nazareno i segretari regionali e provinciali del partito, alle 12 e alle 14. L’obiettivo, annunciato domenica durante l’intervento all’assemblea nazionale Dem, è quello di preparare la “giornata di mobilitazione totale di tutti i circoli in tutto il Paese” il 21 gennaio, ma anche l’appuntamento programmatico del 4 febbraio. Un modo per “ripartire dal territorio e dalla base”, come ha detto più volte in questi giorni ai suoi.

LA SEGRETERIA Non è invece in programma oggi, a differenza di quanto appariva in un primo momento, la segreteria del partito, che non viene convocata ormai da mesi. “La segreteria – aveva detto Renzi sempre domenica – deve funzionare meglio, è stato un mio errore, dobbiamo essere più plurali e autorevoli e già da mercoledì ci riuniremo per cambiare passo”. Appuntamento, per il momento rimandato. E non sembra che, per l’organismo, ci siano grandi cambiamenti in vista. “Al momento – spiega un membro della stessa segreteria – non si parla di azzeramento, né di grandi cambiamenti. Sicuramente sarà riunita più spesso e dovrà avere maggior peso. Poi magari ci potrebbe essere anche qualche aggiustamento sui nomi, un rimpasto, ma non una rivoluzione”. Intanto nel Pd le acque, tra le correnti, restano agitate. Pierluigi Bersani è tornato ad attaccare il segretario. “Mi viene da sorridere perché le autocritiche sono robe abbastanza impegnative, serie: se uno in un’ora di discorso riesce a non dire la parola lavoro, scuola, immigrazione, disuguaglianza, sta facendo a pugni con la realtà, la realtà non è solo comunicazione – ha detto, ospite a Corriere live -. Se si dice ‘abbiamo ragione in tutto ma non l’abbiamo fatto capire’, questo è il contrario di un’autocritica”. Ma il ‘patto di sindacato’ che guida il Pd al momento regge: “Quella di Renzi – ha assicurato il presidente del partito e ‘giovane turco’ Matteo Orfini – è ancora la leadership più forte”, pur con la necessità di “correggere gli errori”.

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