Berlusconi richiama all’unità, rinnovare e non rottamare Fi. Parisi: “Non ci sarà un leader ma una squadra”

Berlusconi richiama all’unità, rinnovare e non rottamare Fi. Parisi: “Non ci sarà un leader ma una squadra”
10 settembre 2016

di Barbara Acquaviti


convetion-fiuggiLe metafore si sprecano, soprattutto quelle marinare. “Silvio Berlusconi è il capitano e noi siamo i marinai che devono discutere ma poi remare nella stessa direzione”, dice Antonio Tajani, padrone di casa. E ancora: “Al vento del Nord o del Sud io preferisco il maestrale, quello che riempie le vele e dà la spinta”, è l’immagine che consegna Giovanni Toti. A Fiuggi, nella convention “L’Europa e l’Italia che vogliamo”, Forza Italia torna a confrontarsi dopo mesi di veleni reciproci raccontati a mezzo stampa. Soprattutto, va in scena il primo “scontro diretto” tra il Governatore della Liguria e Stefano Parisi, l’ex candidato a sindaco di Milano a cui Berlusconi ha affidato la due diligence del partito. Grande fair play tra i due che si stringono la mano, cosa che – dice Mr. Chili – non dovrebbe essere nemmeno una notizia visto che “non abbiamo mai litigato”. Di lite magari non si è trattato, ma certo l’ascesa di Parisi non è stata vista di buon occhio da gran parte della vecchia guardia azzurra. E tra di essi Giovanni Toti è senza dubbio colui che coltiva le ambizioni maggiori.

Quelle che i due squadernano davanti alla platea di Fiuggi, d’altra parte, sono due idee sostanzialmente diverse del futuro e della strada da imboccare. Silvio Berlusconi è ben consapevole di questo clima e per questo invia un messaggio in cui cerca di richiamare all’unità del partito e allo stesso tempo rincuorare chi teme di essere messo da parte dalla sua più recente “scoperta”. “Il nostro impegno – dice – è quello di rilanciare il nostro movimento e di allargare l’area moderata, liberale, popolare che costituisce la maggioranza del Paese e che oggi si allontana dalla partecipazione politica ed elettorale. Per fare questo dobbiamo rinnovarci profondamente con dettagliate proposte programmatiche, coinvolgendo energie nuove e diverse”. L’ex premier sottolinea poi che i piedi di Forza Italia poggiano stabilmente nel popolarismo europeo, che – dice – rappresenta quell’alternativa alla sinistra “che non può certo venire dal populismo di estrema destra”.

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L’offerta politica che Stefano Parisi immagina, e che sarà al centro della sua convention in programma la prossima settimana a Milano, è quella rappresentata da un partito popolare-liberale che non deve avere paura di aprirsi all’esterno perché “chi ha paura dell’apertura – sottolinea – è condannato a perdersi”. L’ex candidato sindaco di Milano cerca anche di rassicurare la platea spiegando che il suo è un “contributo” e che non è lì per lanciare una opa ostile. “Nel nostro futuro – sottolinea – non ci sarà un leader” perché “non ci può essere un altro Berlusconi”, ma ci deve essere una “squadra”, ci deve essere un progetto che faccia tornare gli elettori, “dopo si può parlare di alleanze”. Decisamente non la stessa prospettiva di Giovanni Toti, il quale è convinto che il punto di partenza debba essere l’alleanza con la Lega e Fratelli d’Italia. “I numeri prima ancora che la politica – spiega – ci impongono di ripartire da lì perché quel centrodestra ha dimostrato di saper vincere”. “Discutere di geometrie mi va bene ma con quali regole? Vogliamo allargarci, fare un contenitore? Va bene allargare il centrodestra, ma – dice ancora Toti – troviamo delle regole” altrimenti si rischia una “strategia un po’ timidina e centrista”.

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