Brexit, da Europa e Regno Unito moniti incrociati: vicini a “no-deal”

Brexit, da Europa e Regno Unito moniti incrociati: vicini a “no-deal”
Boris Johnson e Ursula von der Leyen
11 dicembre 2020

“L’uscita del Regno Unito dal periodo di transizione senza un accordo commerciale con l’Ue è ora l’esito più probabile”. E’ quanto ha detto ai capi di governo europei riuniti in un vertice a Bruxelles questa mattina la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ribadendo, come riferito da una fonte Ue alla stampa, che domenica sarà l’ultimo giorno possibile per trovare un’intesa con Londra, von der Leyen ha rifiutato di mettere una percentuale sulle possibilità di accordo, ma ha detto ai leader europei che c’è una “maggiore probabilità di un no-deal”.

Un pronostico rilanciato qualche ora dopo dal primo ministro britannico Boris Johnson, non prima di aver tentato ancora una volta di negoziare l’accordo direttamente con Parigi e Berlino aggirando la Commissione. Secondo Reuters, i leader dell’Unione hanno respinto una proposta di Johnson in tal senso per un incontro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente francese, Emmanuel Macron. Una speranza quella di Johnson apparsa vana fin dall’inizio. Il presidente Macron si è sempre mostrato ostile verso una simile ipotesi e questa mattina ha tenuto a sottolineare che i Paesi europei sono tutti “uniti dietro al negoziatore Michel Barnier”.

“Devo dire che da dove mi trovo ora, qui a Blyth, sembra molto, molto probabile che dovremo cercare una soluzione che penso sarebbe meravigliosa per il Regno Unito, e saremmo in grado fare esattamente quello che vogliamo dall’1 gennaio”, ha detto questa mattina Boris Johnson, lasciando chiaramente intendere che l’ipotesi più probabile è che il Regno Unito alla scadenza del periodo di transizione il 31 dicembre prossimo si troverà senza un accordo commerciale con l’Ue. Britannici ed europei sono rimasti bloccati da marzo sugli stessi tre temi: l’accesso europeo alle acque britanniche per la pesca, la governance sui futuri conflitti e le garanzie richieste dall’Ue a Londra in termini di concorrenza, in cambio di un accesso senza dazi doganali o quote al mercato continentale.

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In realtà, non è esiste tecnicamente una deadline negoziale, se non quella della fine del periodo di transizione dopo il recesso del Regno Unito dall’Ue, che scade il 31 dicembre. Se si raggiungesse un accordo dell’ultima ora nei prossimi due giorni, si porrebbero problemi di ratifica, che ha regole diverse nei vari Paesi. Il parlamento europeo però potrebbe esaminarlo alla riunione plenaria della prossima settimana. E l’intesa in extremis potrebbe essere definita temporanea, in attesa dei nulla osta necessari. L’Ue ieri ha varato delle misure di ‘emergenza’ per i settori dei trasporti stradali e aerei, per assicurare la continuazione di una connettività di base reciproca tra l`Ue e il Regno Unito, e nel settore della pesca, per consentire la possibilità di accesso reciproco dei pescherecci dell`Ue e del Regno Unito alle acque britanniche e dell`Unione. Lo scopo è quello di far fronte all`eventualità di un periodo, a partire dal prossimo primo gennaio, durante il quale non sarà in vigore alcun accordo. Le misure saranno caduche al momento in cui dovesse entrare in vigore un nuovo accordo, o dopo un periodo prestabilito (sei mesi o un anno, a seconda dei casi) in caso di assenza di accordo.

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