Camorra, sequestro beni per 20 milioni di euro ad affiliati del clan Mallardo

23 febbraio 2017

Immobili, beni aziendali, partecipazioni societarie, autoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, sono stati confiscati oggi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma a imprenditori, di fatto fiduciari e “prestanome” del capoclan dei Mallardo. Le imprese riconducibili ai tre soggetti riciclavano e reimpiegavano i proventi delle molteplici attività delittuose del clan camorristico, egemone nel comune di Giugliano in Campania e nei territori limitrofi. La confisca, disposta dal Tribunale di Roma – Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione, interviene a distanza di circa tre anni da una serie di sequestri eseguiti nei confronti dei citati proposti all`esito di laboriose indagini di polizia economico-finanziaria, avviate nel corso del 2013 dal G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.

CAMORRA L`esecuzione del provvedimento è stata effettuata a Roma, Napoli e Caserta e in provincia di Latina. Spiegano gli investigatori: gli accertamenti patrimoniali – effettuati nei confronti di 94 persone fisiche e giuridiche – hanno permesso di ricostruire un vero e proprio gruppo imprenditoriale, composto da diverse società attraverso le quali i destinatari della confisca hanno effettuato ingenti investimenti, principalmente nel settore delle costruzioni edilizie nonché in quello della distribuzione di combustibile per uso domestico, il tutto per conto della predetta organizzazione camorristica. Nel decreto in esecuzione, infatti, il Collegio rileva come i tre soggetti abbiano “due caratteristiche in comune”: “sono legati da vincoli di sangue o comunque parentela con tale gruppo criminale; hanno una propria attività imprenditoriale avviata, secondo il metodo indicato da più collaboratori, i quali hanno chiarito come i Mallardo cercassero sempre quali loro interposti fittizi soggetti che avessero una loro `credibilità` imprenditoriale, in modo che risultasse più difficile poterne individuare l`interposizione”.

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SISTEMA MUTUI Partendo dalle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, è stato inoltre svelato il cosiddetto “sistema dei mutui”, utilizzato per l`effettuazione degli illeciti investimenti (ingiustificati sotto il profilo economico), volto a dare loro un`apparente liceità allo scopo di eludere eventuali provvedimenti ablativi. La “holding” criminale ha, in tal modo, accumulato un enorme patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente con i redditi dichiarati dagli interessati. L`odierno provvedimento del Tribunale, sottolinea una nota, conferma la solidità dell`impianto accusatorio formulato dalla D.D.A. capitolina, sia per quanto concerne la qualificata “pericolosità sociale” dei tre – ai quali è già stata applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza – sia in ordine alla manifesta sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario riconducibile ai medesimi e la loro modesta situazione reddituale.

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