Caso De Luca, blitz della Gdf in Regione Campania: nessun elenco dei sindaci è stato trovato

Caso De Luca, blitz della Gdf in Regione Campania: nessun elenco dei sindaci è stato trovato
20 dicembre 2016

Militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza si sono recati oggi nella sede della Regione Campania con l’ordine di acquisire l’elenco dei sindaci che parteciparono all’incontro con il governatore Vincenzo De Luca durante la campagna per il sì alla riforma, vicenda che ha determinato nei giorni scorsi l’apertura di una inchiesta in seguito alla pubblicazione, sul sito del Fatto quotidiano, dell’audio della riunione diventato ormai un cult sui social e in trasmissioni televisive. Si tratta dell’incontro con oltre 300 sindaci della Campania che si svolse all’Hotel Ramada, nei pressi della stazione centrale, durante il quale De Luca invitò con un linguaggio colorito ad impegnarsi attivamente per il voto. Per quell’audio De Luca è stato iscritto nei giorni scorsi nel registro degli indagati della procura partenopea per l’ipotesi di induzione al voto di scambio.

NESSUNA PROVA La Finanza ha eseguito un provvedimento firmato dal pm Stefania Buda, titolare dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Gli inquirenti intendono individuare i sindaci che parteciparono all’incontro per poter poi eventualmente verificare se vi siano state promesse e pressioni per convincerli a impegnarsi nella campagna referendaria per il sì. A quanto si è appreso, il blitz dei finanzieri è stato infruttuoso: negli uffici della Regione non era custodito infatti alcun elenco. Per tale motivo il pm in giornata ha ascoltato, in qualità di persone informate dei fatti, quattro esponenti dello staff del governatore. In un primo momento il fascicolo – contenente anche una denuncia presentata dal consigliere regionale del M5s Valeria Ciarambino – era stato registrato al modello 45, dove confluiscono le notizie di fatti non costituenti reato.

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FRITTURA DI PESCE Lo stesso De Luca, intervenendo sulle polemiche che l’audio aveva suscitato in ambienti politici, aveva parlato di ”reato di battuta”, escludendo pertanto ogni ipotesi di illecito e evidenziando soprattutto il clima ridanciano in cui aveva rivolto il suo appello al voto (con l’invito a fare ”clientelismo”: “vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”). In seguito il fascicolo è stato trasmesso al cosiddetto modello 21, con l’iscrizione di De Luca nel registro degli indagati: un passaggio tecnico – spiegarono gli inquirenti – necessario per poter procedere all’interrogatorio di alcuni testimoni. ”Blitz e contro blitz non mi fanno né caldo né freddo. Credo che ci sia una raccolta di informazioni per il famoso incontro con gli amministratori locali. Lasciamo perdere, non ci sono parole”, è stato il commento di De Luca.

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