Caso Fiber, in Aula bagarre e cori “elezioni”. Conte, fu Salvini a presiedere il Cdm

Caso Fiber, in Aula bagarre e cori “elezioni”. Conte, fu Salvini a presiedere il Cdm
6 novembre 2019

“Al fine di evitare ogni possibile forma di conflitto di interessi, anche solo indiretto, una volta investito della carica di Presidente del Consiglio mi sono astenuto da qualsivoglia attivita’ o da qualsivoglia forma di coinvolgimento, formale e sostanziale, riguardanti la decisione circa l’esercizio della Golden Power nell’operazione Retelit. Conseguentemente, non presi parte alla seduta del Consiglio dei Ministri del 7 giugno 2018, nel corso della quale fu esaminata la questione. Preciso che l’intera seduta del Consiglio dei Ministri fu presieduta dall’allora Vice Presidente e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini”. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ribadisce in aula alla Camera di essersi sempre astenuto da premier da ogni decisione sulla vicenda Fiber. Conte rimarca di avere accettato l’incarico professionale pro veritate “nei primi giorni del maggio 2018, quando ancora svolgevo la professione di avvocato e non ero stato ancora designato Presidente del Consiglio (ricordo, in proposito, che il primo incarico mi fu conferito in data 23 maggio)”.

Sugli incontri di maggio 2018 con Salvini e Di Maio, Conte sottolinea: “Ho letto che alcuni organi di stampa riferiscono di un incontro avvenuto a Milano, nella serata del 13 maggio, con i leader dei due partiti che poi avrebbero sostenuto il nuovo esecutivo. Preciso che questo primo incontro, evidentemente interlocutorio rispetto al conferimento dell’incarico di governo (avvenuto, lo ricordo, il 23 maggio, a seguito della designazione da parte dei gruppi parlamentari avvenuta solo il 21 maggio), questo primo incontro, dicevo, e’ comunque intervenuto a distanza di giorni dall’accettazione dell’incarico e quando l’attivita’ di studio della questione giuridica e di elaborazione del parere era ormai terminata. A conferma di questo preciso che il parere e’ stato consegnato il giorno dopo, il 14 maggio”.

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Conte ribadisce in aula alla Camera: “La piena correttezza del mio operato e’ stata certificata anche dall’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, istituzionalmente deputata, nel nostro ordinamento, a vigilare sulle ipotesi di conflitto di interesse dei membri del Governo. L’Autorita’, infatti, sollecitata da altri a valutare l’esistenza di un potenziale conflitto di interessi a mio carico, ha chiesto chiarimenti e acquisito documenti sia con riguardo a eventuali rapporti tra il Presidente del Consiglio e il sig. Mincione (mai intercorsi), sia con riguardo all’eventuale mia partecipazione alla seduta del Consiglio dei Ministri in cui venne trattata la questione Retelit (partecipazione mai avvenuta, come pure sopra chiarito, a seguito di formale astensione).

L’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, con lettera del 24 gennaio 2019, ha comunicato che, nel corso dell’adunanza del 23 gennaio 2019, ‘ha ritenuto di non dover avviare alcun procedimento ai sensi della legge 20 luglio 2004, n. 215, non ritenendo sussistenti i presupposti per l’applicazione della legge’ in materia di conflitto di interessi”. E’ infatti del 24 gennaio 2019 la lettera del Segretario generale dell’Autorita’ Garante della Concorrenza, Filippo Arena, a Giuseppe Conte, in cui l’Authority informa di “non dover avviare alcun procedimento” ai sensi della legge sul conflitto di interessi, “non ritenendo sussistenti i presupposti per l’applicazione della legge”. L’Authority – si legge nella lettera di cui l’Agi ha preso visione – prese la sua decisione “nell’adunanza del 23 gennaio 2019”.

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Dopo l’informativa del premier sul ‘caso’ Fiber, è bagarre nell’Aula della Camera. E’ duro l’attacco di Anna Macina del Movimento 5 stelle verso Matteo Salvini, ricordando che l’allora ministro dell’Interno “e’ scappato” dalla richeista di chiarimenti in Aula su Savoini. E’ a quel punto che dai banchi dei leghisti si e’ sollevata la protesta, con cori “elezioni, elezioni” e l’Aula che diventa ingestibile tra cori e proteste. A protestare contro le dure parole della pentastellata Macina nei confronti di Salvini sono anche gli altri gruppi di centrodestra. E dopo i cori “elezioni, elezioni” intonati dai leghisti, parte anche il coro “poltronari” rivolto alla maggioranza e “poltronara” rivolto alla deputata M5s che sta intervenendo in Aula. Il presidente Roberto Fico e’ costretto piu’ volte a richiamare all’ordine i deputati.

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