Cellule staminali e Parkinson: la Società Italiana Parkinson mette in guardia da terapie non approvate

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Negli ultimi tempi si è assistito a una crescente diffusione, soprattutto sui social media e sul web, di offerte relative a presunte “terapie innovative” contro la malattia di Parkinson, basate sull’utilizzo di cellule staminali. La Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento (LIMPE-DISMOV) interviene con decisione per fare chiarezza e tutelare i pazienti, ricordando che, allo stato attuale, nessuna terapia a base di cellule staminali è stata approvata dalle principali autorità regolatorie, né europee né internazionali.

Secondo quanto affermato dalla Società, né l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali), né la FDA (l’ente regolatore statunitense), né l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) hanno dato il via libera all’uso clinico delle cellule staminali per la cura del Parkinson.

“Molte delle proposte attualmente pubblicizzate non hanno basi scientifiche solide, non sono supportate da studi clinici controllati e rappresentano un rischio concreto per la salute dei pazienti – si legge nella nota ufficiale – oltre a comportare spesso costi elevatissimi.”

La ricerca scientifica sul possibile impiego delle cellule staminali nel trattamento della malattia è effettivamente in corso in tutto il mondo. Alcuni studi preliminari, condotti in ambito preclinico e in piccole coorti di pazienti, hanno dato risultati promettenti. Tuttavia, si tratta ancora di sperimentazioni, e non esistono al momento applicazioni cliniche consolidate, sicure e riconosciute.

Il rischio della disinformazione

Nel suo comunicato, LIMPE-DISMOV invita alla massima cautela, sottolineando l’importanza di affidarsi esclusivamente al neurologo di fiducia per la gestione del percorso terapeutico. I pazienti sono spesso esposti a messaggi fuorvianti, che fanno leva sulla comprensibile speranza di miglioramento o guarigione, ma che possono generare false aspettative e, nei casi peggiori, mettere seriamente in pericolo la salute.

“Comprendiamo perfettamente il desiderio, da parte dei pazienti e delle famiglie, di trovare nuove speranze nella lotta contro il Parkinson – dichiara il professor Giovanni Fabbrini, presidente della Società Italiana Parkinson/LIMPE-DISMOV – Tuttavia, è fondamentale distinguere tra ciò che è oggetto di ricerca e ciò che è clinicamente sicuro ed efficace.”

Un richiamo alla responsabilità e all’informazione corretta

L’appello della Società è chiaro: evitare soluzioni miracolistiche non comprovate, e seguire esclusivamente le terapie approvate e riconosciute dalle linee guida internazionali.

Informare correttamente, sottolinea la LIMPE-DISMOV, è un atto di responsabilità nei confronti delle persone che convivono con la malattia. Solo attraverso un dialogo trasparente tra medici, pazienti e caregiver è possibile prendere decisioni consapevoli e sicure, basate su dati verificati e protocolli sperimentali riconosciuti.

In un panorama sanitario sempre più interconnesso, dove la disinformazione può diffondersi rapidamente, la voce della scienza e della medicina basata sulle evidenze rimane il faro più sicuro per orientarsi. E nel caso del Parkinson, come per molte altre patologie, la prudenza, la consapevolezza e l’affidamento a fonti ufficiali rappresentano i migliori alleati del paziente.