Chiude il Meeting, quello dei giovani che si prendono Cl

Chiude il Meeting, quello dei giovani che si prendono Cl
26 agosto 2017

“L’organizzazione è uno strumento, come l’alveo del fiume: il fiume non è l’alveo, ma è l’acqua che vi scorre”. Sono i primi anni ’80 e don Giussani, parlando ai giovani e ai lavoratori durante gli esercizi spirituali, pianta i paletti del Movimento di Comunione e liberazione. Di acqua lungo il fiume ne è passata parecchia in quasi quarant’anni. Ed è l’eredità – chiara o torbida non importa – che i giovani di Cl si trovano ora in mano. Il Meeting di Rimini 2017 – che come titolo ha ripercorso il viaggio verso la conoscenza della natura di Faust nell’opera di Goethe “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo” – chiarisce una volta per tutte chi sono i nuovi protagonisti: “i giovani che hanno una tradizione alle spalle, sia religiosa che sociale, ma la criticano nel presente per viverla in modo originale”. E’ “saltato” un paradigma, per dirla con Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che al termine della settimana riminese, si ferma per un bilancio. Tutto può cambiare? “Sì, ma non solo dentro il movimento. Faccio notare che l’ex ministro Berlinguer, uno dei figli del Pci, è arrivato a dire durante un incontro qui al Meeting che non attuare la parità” nel sistema italiano tra scuole paritarie e statali “è contro la Costituzione: ha ribaltato l’interpretazione storica che ci divideva con i laici”. Ma dov’è la novità al Meeting? I padiglioni della fiera ospitano sempre centinaia di incontri sui temi attuali di cronaca, religione, politica, economia. Metà governo ancora una volta era seduto al tavolo dei relatori: dal premier Gentiloni che ha annunciato una “manovra choc per i giovani” al ministro Calenda che ha rilanciato investimenti su Industria 4.0; dai sindaci che hanno raccontato dell’emergenza che li trova in prima linea sull’accoglienza dei migranti ai governatori delle Regioni che hanno stretto “un patto per l’autonomia”.

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Le mostre (affollatissime quest’anno), gli spettacoli e le manifestazioni sportive. Gli sponsor: un po’ meno degli anni scorsi ma che hanno garantito comunque 3,5 milioni di finanziamenti ai quali vanno aggiunti gli introiti dalla ristorazione 1,1 milioni e le donazioni; e le donazioni (“si tira la cinghia” spiega Vittadini). Forse tra gli stand della fiera di Rimini non è immediato avere un riscontro della rivoluzione che l’assistente spirituale, don Julian Carron, ha avviato tre anni fa, dopo gli scandali che non hanno risparmiato diversi esponenti del movimento. Forse le scelte che silenziosamente il prete spagnolo sta compiendo, saranno più evidenti tra un anno, quando dovranno essere rinnovati i vertici dei “pilastri” principali che sorreggono Comunione e liberazione: la Compagnia delle Opera, la Fondazione per la Sussidiarietà e il Meeting, oltre alle numerose pubblicazioni e testate giornalistiche che ruotano attorno al movimento. Vittadini la prende larga: “I processi sono molto lunghi, ma pian piano si sta costruendo una mentalità diversa e convergente con cui si affrontano i temi spinosi che ci hanno divisi per anni tra laici e cattolici. Ci vuole la pazienza del tempo”. Don Carron è ancora più generico nel saluto al card. Parolin: “Io e i miei amici vogliamo cogliere l’opportunità che questo cambiamento d’epoca rappresenta per tutti per comunicare la gioia che ha provocato in noi l’incontro con Cristo, l’unico che risponde all’altezza del nostro cuore, dentro la vita della sua chiesa nella quale la tradizione rimane viva attraverso la voce dello spirito”.

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Lo si può leggere in tanti modi il Meeting di Cl. Ma se ci si ferma ai dibattiti e alle discussioni politiche a cui si era soliti assistere a fine estate, rimarrà sempre più deluso, anno dopo anno. “Tutti si rendono conto che se si salta questo cambiamento d’epoca, si perde tempo. L’illusione di partire dai problemi saltando subito col ragionamento agli schieramenti non sta più in piedi. Siamo nel 2017”. Il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà si riferisce a un nuovo punto d’attenzione per ricostruire una società sempre più frammentata: si chiama “corpi intermedi”. Lo hanno ricordato diversi ospiti, tra tutti il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, e il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia. “E’ finita l’idea che è durata 20 anni dell’uomo solo al comando. Oggi non si possono gestire i temi scottanti come l’immigrazione, il lavoro o la convivenza civile se non nei luoghi dove questi vengono vissuti” cioè a livello locale, nei comuni, nelle scuole, nelle imprese sociali. Cl non è più schierata politicamente? “Ho già detto che i giovani non devono seguire noi vecchi – continua Vittadini -. Questi giovani stanno seguendo don Carron, questa rivoluzione dell’io, questo ‘non schieramento’. Nella mia generazione si discuteva, ma ora le nuove generazioni sono in una società liquida, pensano a conquistare il lavoro, non sanno cos’è destra e sinistra”.

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L’impegno in politica non va, però, cancellato. Anzi, è il segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin, che concludendo la trentottesima edizione del Meeting, oltre a strigliare i cattolici sul tema dell’accoglienza dei profughi (“Almeno noi” dobbiamo “considerarli fratelli”) ha rilanciato un loro nuovo impegno in politica: “Il compito sociale e politico va riconosciuto e riproposto anche sul piano educativo sia al singolo cristiano, sia ai singoli gruppi cristiani, a ciascuno secondo le diverse situazioni e competenze. Ve ne è oggi una nuova necessità”. Il segreto del Meeting 2017, secondo la presidente Emilia Guarnieri, era già nelle parole che papa Francesco scriveva nel suo messaggio del 20 agosto: “Non abbiamo spazi da difendere perché l’amore di Cristo non conosce frontiere invalicabili”. Non c’è nulla da difendere perché chi indica la strada sono i “testimoni affidabili”: non chi offre ricette precotte, ma quelli che aiutano ad “aguzzare la vista per scorgere i tanti segni – più o meno espliciti – del bisogno di Dio come senso ultimo dell’esistenza, così da poter offrire alle persone una risposta viva”. Chiude il Meeting, che continuerà anche se i politici resteranno fuori dai cancelli della fiera. E per il prossimo anno (dal 19 al 25 agosto 2018), per il titolo si torna a don Giussani: “Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice”.

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