Clochard dato alle fiamme mentre dormiva. Cimino lascia moglie e due figlie. “Papà perché lo hanno fatto…” (video)

11 marzo 2017

E’ morto bruciato mentre dormiva. Poco prima, nel pieno della notte, un uomo – come si vede nel video – gli aveva gettato un secchio di benzina addosso, dandogli fuoco. E’ l’orrenda fine di un clochard di 45 anni, morto bruciato nella notte a Palermo davanti a una mensa dei cappuccini. Poco prima dell’una di notte, qualcuno ha sentito le grida del senzatetto che era completamento avvolto dalle fiamme. Si chiamava Marcello Cimino, e di solito dormiva proprio sotto il portico della missione San Francesco usato come rifugio, poco prima dell’una sarebbe stato cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme. Quando sono arrivati i vigili del fuoco non c’era più niente da fare. Cimino è morto con il corpo completamente bruciato. Gli uomini della Squadra mobile, che indagano per omicidio, per tutta la notte hanno setacciato la zona alla ricerca di eventuali tracce del contenitore dei benzina usato per cospargere il corpo dell’uomo.

LA MOGLIE “Solo un mostro può bruciare viva una persona. Spero che lo prendano al più presto. Questo mostro ha lasciato due ragazzine senza un padre”. E’ lo sfogo di Iolanda, la moglie di Cimino, che racconta che il marito “aveva una casa in cui vivere, un alloggio popolare al villaggio Santa Rosalia, ma da tempo aveva deciso di vivere qui dai cappuccini dove si trovava bene”. Se ne era andato lui di casa un anno e mezzo fa “perché aveva qualche vizio – dice ancora la moglie – e aveva preferito andare via per il bene della famiglia”. Ma continuava ad avere rapporti con la moglie e le figlie, sopratutto con le due ragazze, entrambe minorenni. “Aveva sentito le mie figlie pochi giorni fa – dice la moglie – e, per l’ennesima volta, le ragazze gli avevano chiesto di tornare a casa. Ma lui preferiva restare qui”. “Gli uomini sono diventati dei mostri – dice ancora la moglie -Marcello non era capace di fare del male a nessuno. Era buono d’animo ma aveva le sue disgrazie. Hanno tolto un padre a due figlie adolescenti”.

LA FIGLIA “Papà, papà, non ci credo che sei morto. Perché lo hanno fatto? Non meritavi di fare questa fine. Spero che quest’assassino faccia la tua stessa fine. Papà…”. E’ il grido di dolore di una delle due figlie, ancora minorenni, di Cimino. “Mio padre era una persona buona – dice – Lo avevamo sentito con mia sorella ancora la scorsa settimana. E anche questa volta, gli avevamo chiesto di tornare a casa. Ma lui stava bene qui (da cappuccini, ndr)”.

LA SORELLA “Sangue mio…, come hanno potuto farti questo? Mio fratello era una brava persona. Non meritava di essere bruciato vivo. Chi l’ha ucciso non è una persona umana”. Drammatiche dichiarazioni fatte all’Adnkronos da Patrizia Cimino, la sorella di Marcello, il clochard, e che tiene a sottolineare: “Mio fratello aveva una casa in cui abitare, ma da qualche tempo aveva deciso di dormire qui, alla missione dei Cappuccini. E’ stata una sua scelta”. Marcello Cimino si era separato da poco tempo dalla moglie da cui aveva avuto anche dei figli.

LE INDAGINI Gli uomini della Squadra mobile, che indagano per omicidio, per tutta la notte hanno setacciato al zona alla ricerca di eventuali tracce del contenitore dei benzina usato per cospargere il corpo dell’uomo. Gli inquirenti tentano di capire se la vittima ha avuto dei diverbi nelle ultime ore, prima di morire ustionato. Sembra che ieri Cimino abbia litigato con un fruttivendolo, ma al momento sono solo ipotesi da accertare. “Stiamo lavorando”, dice semplicemente Francesco Lo Voi Procuratore di Palermo.

VESCOVO  “Indignazione” e “presa di distanza” per la barbarie avvenuta a Palermo, dove un clochard è stato bruciato vivo arrivano dall’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice e anche un appello ad interrogarsi su tanta efferatezza. “E’ impensabile che un uomo sia capace di un gesto così efferato”, afferma mons. Corrado Lorefice in un’intervista a Radio Vaticana. “E’ terribile – osserva il presule – pensare fino a che un uomo è capace di spingersi, e di fare un gesto di questo genere. Vuol dire che il cuore degli uomini sta diventando di pietra, perde la propria identità. Vedere quelle immagini significa che il cuore si strappa”.

FIACCOLATA La Missione di San Francesco dei Cappuccini di Palermo chiude per lutto e riaprirà lunedì. Intanto Palermo reagisce alla barbarie con l’esposizione delle bandiere a mezz’asta a Palazzo delle Aquile e una fiaccolata. “Un gesto di violenza barbara che ha violato il bene sacro della vita – dice il sindaco Leoluca Orlando – Un gesto che oltraggia Palermo e la sua comunità e ci lascia attoniti”. “Occorre che Palermo risponda a questa violenza”, aggiunge il primo cittadino, che invita tutti i palermitani a essere presenti domani a Piazza Cappuccini per “una fiaccolata silenziosa che risponda con civiltà e raccoglimento a questo momento di orrore”. L’appuntamento è per le 20. Orlando ha disposto anche l’esposizione delle bandiere a mezz’asta al Palazzo comunale.

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