Comitato d’affari ad Alcamo, tra gli arrestati due ai domiciliari

11 giugno 2016

Concessi i domiciliari per due degli arrestati dell’operazione Dirty Affarirs, che lo scorso 24 maggio ha svelato un comitato d’affari in grado di influenzare la città di Alcamo, nel trapanese. L’inchiesta, che ha condotto in carcere quattro persone, ruotava attorno al ruolo di Pasquale Perricone di 61 anni, imprenditore con incarichi politici che, oltre ad influenzare l’amministrazione comunale – secondo l’accusa – gestiva ed organizzava corsi di formazione professionale fasulli oltre ad effettuare una truffa milionari legata ai lavori di rifacimento del porto di Castellammare del Golfo. Il provvedimento è stato disposto dal tribunale del riesame di Palermo che ha stabilito gli arresti domiciliari per Girolama Maria Perricone di 49 anni, cugina del politico, ed Emanuele Asta di 55 anni, ex consigliere comunale Dc e funzionario del centro per impiego. L’uomo, in cambio di alcune “false attestazione di regolarità dei corsi” avrebbe ottenuto l’assunzione di alcuni soggetti nelle cooperative. L’inchiesta – coordinata dal Procuratore capo Marcello Viola e condotta dal procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio e dai sostituti Rossana Penna e Marco Verzera – ha verificato, secondo l’accusa, l’appartenenza di Asta alla massoneria come iscritto alla loggia Myrhiam. Restano in carcere Pasquale Perricone e Marianna Cottone di 34 anni, mentre erano già stati disposti i domiciliari per Francesco Cruciata, ex revisore dei conti del comune di Alcamo, e Mario Giardina.

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