Commissaria Ue alla Concorrenza: salvataggio? No, aiuto a liquidazione

Commissaria Ue alla Concorrenza: salvataggio? No, aiuto a liquidazione
Margrethe Vestager
28 giugno 2017

Nella vicenda delle due banche venete non c’è stato un salvataggio pubblico ma un aiuto di Stato alla liquidazione, per ragioni relative all’economia regionale, che la Commissione europea ha approvato non aggirando le regole, ma nel pieno rispetto delle normative esistenti, che tengono conto delle differenze fra i diversi sistemi bancari nazionali e lasciano agli Stati membri la possibilità di usare le proprie leggi nazionali sull’insolvenza. Lo ha detto a Bruxelles la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, rispondendo alle domande dei giornalisti durante una conferenza stampa dedicata al caso Google. Alla domanda se sia giusto parlare di salvataggio pubblico, come fa gran parte della stampa, Vestager ha risposto: “Per le due banche venete c’è stato un aiuto (di Stato, ndr) alla liquidazione: le banche e le loro filiali scompariranno o saranno completamente integrate in Intesa”. “Quanto al modo in cui le autorità italiane hanno gestito l’operazione – ha osservato la commissaria -, il vantaggio sta nel fatto che il personale delle due banche sarà per ora tutto trasferito (a Intesa, ndr) e che per i clienti al dettaglio viene lasciata aperta una linea di credito che permetterà loro di continuare a svolgere le loro attività”. “Questa – ha proseguito Vestager – è stata una responsabilità che la autorità italiane si sono assunte quando hanno visto che il Single Resolution Board non aveva trovato alcuna ragione, né a livello europeo, né nazionale, per procedere alla risoluzione” delle due banche. A questo punto, le autorità italiane “hanno concluso che c’erano delle ragioni a livello regionale per procedere all’aiuto di Stato alla liquidazione: al fine di preservare il valore (degli asset, ndr), per essere sicuri che le banche uscissero dal mercato, e anche per assicurare che restasse aperta la linea di credito per i clienti retailers”.

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Rispondendo alle critiche secondo cui le regole europee in questo caso sarebbero state aggirate, la commissaria ha spiegato: “Noi stiamo usando il nostre sistema di regole che lascia un ruolo agli Stati membri, delle responsabilità che possono assumersi, oltre a quello che fanno il Meccanismo unico di sorveglianza bancaria, il Single Resolution Board e noi qui alla Commissione quando controlliamo l’applicazione delle regole sugli aiuti di Stato. Noi siamo molto, molto precisi e attenti nell’assicurare che si resti entro le regole”. “Le regole – ha aggiunto Vestager – possono essere criticate, questo è legittimo e non lo metterò mai in questione; ma qui non c’è alcun aggiramento. Noi rispettiamo il fatto che l’insieme di regole che abbiamo lascia spazio agli Stati membri e alle differenze che ci sono nelle leggi sull’insolvenza fra i diversi Stati membri. E questo è ciò che è successo in questo caso”. “Negli ultimi sei mesi – ha ricordato al commissaria alla Concorrenza – le vicende di banche in crisi che ci sono state nell’Ue sono tutte diverse fra loro, anche dal punto di vista dei supervisori, che decidono se una banca è solvibile o no. Sono regole diverse, applicate a banche diverse, in sistemi bancari diversi”. “Non so – ha continuato con una battuta – se leggete la storia delle banche prima di andare a dormire; se lo faceste, scoprireste che i sistemi bancari di Italia, Spagna, Germania e Danimarca sono molto diversi, perché sono stati costruiti nel corso dei secoli. E quindi, alla fine della più profonda crisi economica della storia europea moderna, ci viene consentito dal nostro regolatore e dai nostri legislatori di usare un sistema di regole complesso, ma anche flessibile, che consente al nostro sistema – ha concluso Vestager – di essere stabile e di fare in modo che il sistema bancario sia veramente al servizio del resto dell’economia”.

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