Commissario di polizia: siamo costretti a usare le nostre auto

Commissario di polizia: siamo costretti a usare le nostre auto
16 ottobre 2015

Nella lotta contro la criminalità “dobbiamo lavorare con i mezzi personali. E se ci mettiamo a inseguire una macchina perché c’è il sospetto che ci sia qualche criminale a bordo, se magari pensiamo davvero di aver riconosciuto proprio Matteo Messina Denaro, ci buttiamo a correre con l’auto di famiglia. Se passiamo con il rosso o ci becca l’Autovelox, la multa ce la paghiamo da soli”. E’ quanto racconta in un’intervista a Qn Giuseppe Culcasi, sostituto commissario presso la Procura di Trapani e segretario provinciale del Sap, ieri in piazza a Roma. “Siamo costretti a lavorare senza niente. Zero autoblindate, zero incremento di uomini, zero straordinari. Zero di tutto. A Trapani ci sono, in totale, 650 poliziotti divisi tra i cinque commissariati e la Questura. E manca tutto”. L’agente racconta che gli ultimi computer sono stati donati dalla Camera di Commercio e che “non abbiamo nulla in magazzino. Non ci sono camicie, magliette, pantaloni, scarpe. E’ il vuoto”. “I poliziotti che ci sono, soprattutto nei commissariati, sono tutti over 50. Difficile inseguire un ventenne che si dà alla fuga. Faccio un altro esempio: i servizi da coprire sono più di quelli che la Polizia è in grado di assicurare. Succede, allora, che se c’è una partita di calcio o una visita di un’autorità, i servizi ordinari non si possono svolgere più”.

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