Commissione europea vara norme per divieti nazionali su prodotti Ogm

Commissione europea vara norme per divieti nazionali su prodotti Ogm
21 aprile 2015

La Commissione europea approverà domani a Bruxelles una nuova proposta di regolamento che consentirà agli Stati membri, a certe condizioni, di proibire sul proprio territorio l’uso di prodotti Ogm (alimenti e mangimi) importati dai paesi terzi e già approvati a livello comunitario. In sostanza, la proposta della Commissione, che dovrà essere approvata dal Consiglio Ue e dall’Europarlamento, riprodurrà anche per l’uso di alimenti e mangimi la riforma del meccanismo decisionale comunitario (autorizzazione a livello Ue ma possibilità di divieti nazionali nel territorio di un paese membro o di alcune sue regioni) che è stata recentemente approvata ed è già entrata in vigore quanto riguarda la coltivazione di Ogm nei paesi dell’Unione. La Commissione ha individuato nel “divieto d’utilizzo” un escamotage al problema della libera circolazione dei prodotti, che non potrebbe essere limitata alle frontiere interne dell’Ue. Gli Ogm autorizzati a livello comunitario potranno, in teoria, circolare ed essere commercializzati in tutti gli Stati membri, ma in alcuni paesi potrà essere proibito usarli negli alimenti e nei mangimi. Il Servizio giuridico della Commissione ha dato il suo via libera a questo meccanismo, sostenendo che non mette in questione il rispetto delle regole della Wto e di quelle interne del mercato unico Ue. Secondo fonti comunitarie, il ragionamento poggia anche su diversi precedenti: restrizioni nazionali all’uso di prodotti circolanti nell’Ue esistono già, ad esempio, per alcol e tabacco. E anche per farmaci e pesticidi approvati a livello Ue, inoltre, gli Stati membri possono imporre restrizioni aggiuntive.

Gli Stati membri che vorranno imporre un divieto nazionale, dovranno notificarlo alla Commissione, specificando i “motivi di prevalente di interese pubblico” che giustificano la decisione. Questi motivi potranno essere di natural socio-economica, ma non ambientale o di sicurezza alimentare, che sono di competenza dell’Efsa (l’Autorità europea di sicurezza alimentare di Parma), che dà il suo via libera preventivo a tutti gli Ogm approvati a livello Ue. Con la nuova proposta, l’Esecutivo di Jean-Claude Juncker conta di poter conseguire due importanti obiettivi: innanzi tutto, lo stesso Juncker si era impegnato, nel suo discorso programmatico davanti al Parlamento europeo, nel giugno scorso, e poi col programma politico della nuova Commissione, a rendere le procedure di approvazione degli Ogm più democratiche, rispettando di più il volere degli Stati membri. E questo è stato fatto finora solo per le coltivazioni transgeniche e non per l’importazione dei prodotti Ogm. Il secondo obiettivo, che per la Commissione appare anche più importante, è quello di sbloccare le procedure di autorizzazione di alimenti e mangimi Ogm, oggi arenate nel limbo dell’attuale procedura decisionale comunitaria. Una procedura che lascia interamente alla Commissione – reticente a farsene carico – la responsabilità di approvare un nuovo prodotto quando non ci sia in Consiglio Ue una maggioranza qualificata di Stati membri contraria (non basta la maggioranza semplice).

Se gli Stati membri avranno nel loro arsenale la nuova arma del divieto nazionale di utilizzo, si pensa a Bruxelles, difficilmente si opporranno al via libera comunitario per la commercializzazione di nuovi prodotti transgenici in altri paesi dell’Ue. E comunque la Commissione potrà procedere ora speditamente all’approvazione dei dossier oggi bloccati, rispondendo ai paesi contrari che non si impone loro nulla, perché possono vietare l’uso degli Ogm sul loro territorio. Secondo fonti comunitarie, le approvazioni di tutti i dossier bloccati (attualmente sono 13) partiranno “nei prossimi giorni”, anche per tacitare i malumori dei paesi espostatori di Ogm, che non vedono di buon occhio le nuove norme sui divieti nazionali. L’ultima approvazione di un nuovo prodotto Ogm nell’Ue risale al novembre 2013, e ci sono oggi 13 richieste di autorizzazione in sospeso, con altre sei in attesa a uno stadio meno avanzato Gli esportatori, soprattutto quelli americani di mangimi transgenici, minacciano di attaccare l’Ue alla Wto per questa che considerano una nuova “moratoria de facto”, come quella che bloccò tutte le autorizzazioni di Ogm in Europa dal 1999 al 2003, e che fu giudicata illegale dalla stessa Wto nel 2006. Pressioni molto forti sono esercitati su Bruxelles anche dagli importatori di mangimi e dagli allevatori europei, che paventano una “penuria di proteine” per la produzione di carne. L’Ue importa ogni anno, in particolare, 32 milioni di tonnellate di soia per i mangimi dei propri allevamenti, e il 90% di questa soia (proveniente soprattutto da Brasile, Argentina e Usa) è geneticamente modificata.

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