“Con Alfano stiamo arando campo dell’ex centrodestra”. E intanto strizza l’occhio a Fi. “Comprendo disagio degli amici Udc in Sicilia, a giorni troveremo soluzioni”

22 aprile 2014

 

Il presidente dell’Udc, Giampiero D’Alia, a tutto campo: dall’alleanza con Ncd ai mal di pancia per il Crocetta bis.

 

Nuovo Centrodestra e Udc, unica lista per le Europee e gruppi unici in parlamento. Qual è la rotta.

“E’ chiaro che il percorso che abbiamo iniziato con Ncd e con Angelino Alfano, che ha mostrato un grande coraggio nel dar vita insieme a noi a questo nuovo progetto, proseguirà con gruppi parlamentari e con una serie di iniziative comuni. Siamo tutti consapevoli che questo è solo il primo passo e che noi dobbiamo andare oltre l’Udc-Ncd se vogliamo costruire una nuova offerta politica sul campo ‘alternativo’ alla sinistra. Ci vuole tempo, ci vuole pazienza, ci vuole determinazione, ci vuole un grande lavoro sul territorio, ci vuole un grande lavoro anche al governo e che stiamo facendo con tutti i nostri ministri e sottosegretari, in una condizione di difficoltà, per fare uscire il paese dalla situazione di crisi nella quale si trova”.

E’ già iniziata la fase, per l’appunto, ‘oltre Ud-Ncd’?

“Secondo noi è già iniziata. Questa unione è il seme che speriamo faccia germogliare tante piante nuove nel nostro paese, rigenerando un tessuto di impegno e partecipazione alla politica che serve, serve tanto, e soprattutto in questo momento in cui le elezioni europee non possono essere considerate una pratica burocratica ordinaria da amministrare come tante altre, perché queste elezioni cambieranno il volto dell’Europa e dipenderà da noi se lo cambieranno in meglio o in peggio”.

Detta in estrema sintesi: puntate a conquistare parte dell’elettorato di Forza Italia e dei moderati di centrosinistra…

“L’obiettivo che noi abbiamo è quello di costruire un nuovo sistema politico in Italia. Questo lo si fa in due modi: riformando le istituzioni o riformando la politica. Riformando le istituzioni, sostenendo le azioni che insieme al governo Renzi stiamo facendo per la riforma costituzionale del Senato, del Titolo V parte II della Costituzione della legge elettorale, perché se abbiamo istituzioni che funzionano meglio abbiamo istituzioni che sono più vicine ai cittadini e quindi eliminiamo quel cortocircuito dell’antipolitica che alla fine ha dimostrato fino ad oggi di non essere nella condizione di risolvere i problemi del paese. L’altro aspetto è la riforma della politica, il cambiamento del sistema politico. Nel nostro paese il bipolarismo ha avuto una sua evoluzione nella cosiddetta ‘Seconda Repubblica’, ma quel bipolarismo non ha prodotto risultati positivi per l’Italia, è stato troppo condizionato sia a destra che a sinistra dai movimenti politici più estremi. Quello che va costruito, invece, nella ‘Terza Repubblica’ è un bipolarismo di stampo europeo e che vede contrapposti due grandi partiti. Esempio: il partito socialista europeo a sinistra e il partito popolare europeo nell’ambito del centrodestra. Questo è il lavoro che noi dobbiamo fare rispettando tutti, rispettando soprattutto gli elettori e rispettando quegli elettori che fino alle ultime elezioni politiche hanno scelto di votare per Forza Italia e Berlusconi. Non si può prescindere da questo elettorato per la costruzione di questa nuova offerta politica. Questo è il lavoro che stiamo facendo, questa lista è il primo passo a cui ne devono seguire tanti altri che ovviamente faremo insieme agli amici del Ncd con cui c’è un rapporto di grande cordialità e di grande collaborazione”.

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E le famose ‘ali’ destra e sinistra…

“Ci saranno, ma non condizioneranno come hanno fatto negli ultimi venti anni la vita del governo. I governi di centrosinistra son caduti per mano della sinistra radicale o comunque sono stati fortemente condizionati dalla sinistra radicale, così come i precedenti governi di centrodestra sono stati condizionati dalle forze di destra e populiste. Oggi questo scenario è stato totalmente disarticolato. A noi tocca arare il campo dell’aria dell’ex centro-destra per riaggregare tutte quelle forze popolari e moderate che insieme a noi devono costruire in Italia il partito popolare europeo”.

Passiamo alla politica siciliana. Il suo partito sta vivendo un momento di difficoltà per una spaccatura  generatasi con il ‘Crocetta bis’. I deputati di mezzo gruppo centrista all’Ars, con a capo Nino Dina, hanno più volte sottolineato che ‘non siamo scissionisti, non siamo non contenti, ma vogliamo delle regole nel partito’. Di che regole parliamo?

“Le regole nel nostro partito ci sono sempre state e sono sempre state rispettate in ogni occasione. Dalle scelte che abbiamo fatto per dar vita a questo patto elettorale con Crocetta per il cambiamento della Regione, alle scelte sulle candidature alle regionali, a quelle sulla elezione del capogruppo, del presidente di commissione, degli assessori. Regole che sono sempre le stesse e che hanno visto sempre la partecipazione di tutti. Tuttavia ne comprendo lo stato d’animo e il disagio. Infatti, non solo non intendo polemizzare, ma nei prossimi giorni incontrerò volentieri questi amici. Comprendo perché ci sono legittime aspirazioni e ambizioni che non sono state soddisfatte e non per responsabilità nostra, ma perché la coalizione si è data delle regole e il nostro partito le ha accettate per proseguire questa esperienza con Crocetta. Di conseguenza, bisogna accettare anche il modo con cui il Presidente della Regione intende affrontare le scelte assessoriali e altro”.

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Negli ultimi mesi, il governo Crocetta ha vissuto le ‘sette pene dell’inferno”. Con un vostro alleato, il Pd, che continua nella sua fase di implosione e che di certo non fa bene all’esecutivo. In questo scenario, cosa vi spinge a continuare a fianco di Crocetta.

“La cosa che ci ha convinti a proseguire, sicuramente non è il fatto che ci ha ridotto gli assessori, che è una cosa che ha creato ulteriore disagio a questi nostri amici. Ma è stato l’impegno che Crocetta ha assunto con l’Udc di portare avanti quei punti del programma che servono alla Sicilia: dalla manovra economica, al pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, alla riforma della burocrazia regionale, alle leggi di attuazione della riforma delle Province, fortemente voluta da Patrizia Valenti. E, quindi, su queste cose noi abbiamo misurato la prosecuzione dell’impegno con Crocetta. Se avessimo dovuto giudicare dal fatto che siamo scesi da tre a due assessori, probabilmente le scelte sarebbero state diverse. Il sacrificio che abbiamo imposto alle legittime aspirazioni di questi nostri amici nasce da questa contrazione della nostra compagine assessoriale. Vedremo nei prossimi giorni come riusciremo ad assecondare queste loro istanze che sono, ripeto, rispettabili e vanno rispettate così come va rispettata l’opinione della stragrande maggioranza dei dirigenti del nostro partito che hanno fatto un grande sforzo in questi anni e grandi sacrifici”.

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