Conte: consonanza con von der Leyen, chi non collabora sui migranti paga un “grave prezzo” finanziario

11 settembre 2019

Nei suoi incontri avuti oggi a Bruxelles con la presidente eletta della prossima Commissione europea, Ursula von der Leyen e con il presidente uscente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha riferito di aver avuto “colloqui molto cordiali veramente con una grande disponibilità nei confronti dell’Italia e – ha aggiunto – nei confronti miei personali”. “In particolare – ha spiegato Conte – con la presidente eletta von der Leyen abbiamo parlato di quel che ci aspetta, della manovra economica; abbiamo parlato anche del tema dell’immigrazione, quali sono le nostre priorità, quali sono le sue. Mi sembra molto importante la consonanza che abbiamo raggiunto. Ho spiegato che il progetto politico di questo governo è un’Italia digitalizzata, un’Italia verde, e quindi completamente votata all’economia circolare. E da questo punto di vista – ha sottolineato – c’è una assoluta consonanza, sono anche le sue priorità. Io credo quindi – ha concluso il premier – che troveremo veramente in Europa un grande sostegno da questo punto di vista”. A chi gli chiedeva se von der Leyen gli sia stata riconoscente per l’appoggio del governo italiano e dei voti del M5s al Parlamento europeo, che le hanno permesso di essere eletta, Conte ha risposto infine con una battuta: “Con von der Leyen c’è un ottimo rapporto: l’avete vista – ha detto ai giornalisti – sorridente sulle foto” che sono state diffuse sul loro incontro.

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MIGRANTI

Sulla questione di un accordo per la ripartizione fra tutti i paesi Ue dei migranti irregolari dopo il loro sbarco in Italia Conte ha trovato “grande disponibilità” da parte dei suoi interlocutori. Ma, ha aggiunto Conte, è chiaro che vi sono dei paesi “riluttanti” a fare la loro parte in questo sforzo, e questi paesi, ha sottolineato, dovrebbero pagare un “grave prezzo” finanziario per la loro mancanza di solidarietà. Su questa questione, ha riferito Conte ai giornalisti al termine dei due incontri, “c’è grande disponibilità a trovare subito un accordo, ancorché temporaneo; poi lo stabilizzeremo, lo modificheremo, lo perfezioneremo. Ma assolutamente – ha osservato il premier – dobbiamo uscire dalla gestione dei casi emergenziali affidati alla sola Italia. Qui abbiamo la massima disponibilità, ma dobbiamo definire un po’ i dettagli”. “Sicuramente – ha continuato Conte – l’Italia vuole che con questo meccanismo temporaneo ci sia una sostanziale condivisione, ripartizione. In prospettiva, quando lo perfezioneremo, avremo anche dei paesi che saranno riluttanti. C’è consapevolezza però che chi non parteciperà ne risentirà molto sul piano finanziario, in modo consistente. Se siamo in Europa, evidentemente tutti devono partecipare ai meccanismi di redistribuzione. E quindi un meccanismo di solidarietà non può essere disatteso, se non a grave prezzo, per quel che mi riguarda”.

Con von der Leyen e Tusk, inoltre, è stato affrontato il tema dei rimpatri dei migranti “economici” che non hanno diritto alla protezione internazionale. “Ne abbiamo parlato, perché dobbiamo fare molto di più sui rimpatri, con l’aiuto dell’Europa. Da questo punto di vista in Italia non possiamo dirci soddisfatti del sistema di rimpatri. Quindi – ha riferito il premier – anche su questo abbiamo la piena attenzione, una piena condivisione: d’ora in poi il meccanismo dei rimpatri dovrà essere gestito a livello europeo e soprattutto integrando gli accordi che – ha sottolineato Conte – devono essere a livello europeo, non possono essere affidati bilateralmente ai singoli Stati come l’Italia”. L’operazione navale militare europea Sophia contro i trafficanti ripartirà? A questa domanda, Conte ha risposto: “Assolutamente; l’operazione non era stata completamente accantonata. Diciamo che in questo momento non era stata valorizzata. Ma in un quadro in cui andiamo a operare un meccanismo di redistribuzione europea, una volta che sarà attivato questo meccanismo possiamo riconsiderare la questione”, ha concluso Conte.

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