Coronavirus, 17,8% dei contagi dovuti a variante inglese

Coronavirus, 17,8% dei contagi dovuti a variante inglese
12 febbraio 2021

È di 13.908 nuovi contagi e 316 decessi il bilancio delle ultime 24 ore in Italia secondo l’odierno bollettino sull’emergenza coronavirus del ministero della Salute-Iss. Ieri i nuovi casi erano stati 15.146 e 391 le vittime. L’Italia supera i 93mila morti da inizio pandemia: l’incremento odierno porta il totale dei morti per coronavirus nel nostro Paese a 93.045.

Scende il tasso di positività, che si attesta sul 4,5% (ieri 5,1%, lo 0,6 in più di oggi): sono stati 305.619 i test tamponi molecolari e antigenici rapidi) effettuati nelle ultime 24 ore. Ieri erano stati 292.533 (13 mila in meno). Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 2.095, in calo di 31 unità rispetto a ieri, nel saldo quotidiano tra ingressi e uscite, secondo i dati del ministero della Salute. I ricoveri nelle 24 ore in rianimazione sono stati 153. I ricoverati con sintomi sono invece 18.736 (-206 rispetto a ieri). Scendono gli attuali positivi nel nostro Paese che oggi vede -2.845 persone positive al SarsCoV-2 per un totale di 402.174.

Abruzzo, Liguria, Toscana e Pa Trento passano in arancione

Il Ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, sta per firmare nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da domenica 14 febbraio. Passano in area arancione le Regioni Abruzzo, Liguria, Toscana e la Provincia Autonoma di Trento. La Sicilia passa in zona gialla a scadenza della vigente ordinanza.

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In Italia 495 varianti UK

“In questa fase dell’epidemia quello che più ci preoccupa è la presenza di varianti virali. Quella sudafricana e brasiliana possono ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini, quindi abbiamo una sola cosa da fare: sbrigarci nelle vaccinazioni”. Lo ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della salute, Gianni Rezza, sottolineando che nello studio sulle varianti in Italia condotto dall’Iss “sono emerse 495 varianti UK, ma con una prevalenza molto differente tra regione e regione”. Lo ha spiegato il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, nel punto stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio settimanale della Cabina di Regia. Si tratta, ha spiegato, “di differenze dovute al caso, cioè alla data di introduzione della variante che, abbiamo visto, corre di più rispetto ai ceppi circolanti ‘normali'”.

17,8% delle infezioni dovute a variante inglese

A livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 è pari a 17,8%. Sono questi i risultati preliminari della ‘flash survey’ condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali. Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 8 febbraio. I campioni analizzati sono stati in totale 852 per 82 laboratori, provenienti da 16 regioni e province autonome, ripartiti in base alla popolazione. Il risultato medio è in linea con quello di altre survey condotte in Europa. Il range di prevalenze sembra suggerire una diversa maturità della sub-epidemia determinata probabilmente da differenze nella data di introduzione della variante stessa. È presumibile pertanto che tali differenze vadano ad appiattirsi nel corso del tempo.

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Il risultato dell’indagine, rileva l’Iss, ci dice che nel nostro Paese, così come nel resto d’Europa (in Francia la prevalenza è del 20-25%, in Germania sopra il 20%), c’è una circolazione sostenuta della variante, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. La necessità di monitorarne attentamente la prevalenza deriva dalla sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale. Un attento monitoraggio ci consentirebbe, assieme al rafforzamento delle misure di mitigazione, di contenere e arginare gli effetti della nuova variante mentre si prosegue con le vaccinazioni, che restano comunque efficaci anche contro il virus mutato. Nei prossimi giorni l’indagine sarà ripetuta, per verificare la velocità di diffusione della nuova variante. Il virus muta continuamente e sono già state isolate centinaia di varianti, anche se la maggior parte di queste non cambia le caratteristiche del virus. La vigilanza deve restare alta però per individuare, come viene già fatto, quelle che potrebbero peggiorare la situazione in termini di trasmissibilità, sintomatologia o sensibilità nei confronti di vaccini e anticorpi, tenendo presente che questi ultimi possono essere comunque modificati per adeguarli alle versioni più pericolose.

Bolzano e Umbria a rischio alto. Dieci regioni rischio moderato

Questa settimana in Italia “due Regioni/PPAA sono classificate a rischio alto (PA Bolzano/Bozen, Umbria), dieci a rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nove con rischio basso. Peggiora la trasmissione rispetto alla scorsa settimana con sette Regioni/PPAA che hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2”. E’ quanto si legge nella bozza di monitoraggio settimanale sulla pandemia effettuato dalla cabina di regia Ministero Salute-Iss. “In questa fase delicata dell’epidemia si conferma inoltre la circolazione diffusa di varianti virali a più elevata trasmissibilità nel nostro paese”, si legge.

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