Coronavirus, calano i decessi e i contagiati. Oltre 30 mila i guariti

10 aprile 2020

“I dati ci confermano il calo della pressione ospedaliera iniziato ormai una settimana fa”. Esordisce così il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel quotidiano aggiornamento sul coronavirus, ricordando il calo dei ricoveri si nelle terapie intensive sia negli altri ospedalieri dei malati con Covid 19. Lieve frenata anche all’incremento dei casi totali di coronavirus in Italia: +3.951 rispetto a ieri, contro i +4.204 che si riferivano alle 24 ore precedenti, cioé mercoledì su giovedì. Ad oggi il numero dei casi totali ammonta a 147.577, comprendente il totale dei positivi (98.273), quello dei guariti (30.455) e quello dei deceduti (18.849).

Il numero di positivi è aumentato di 1.396 unità rispetto a ieri (ne erano stati segnalati +1.615); quello delle persone guarite registra +1.985 (ieri era +1.979) e quello dei deceduti +570 (ieri erano segnalati +610). Le persone ricoverate in terapia intensiva sono scese a 3.497, con un decremento di 108 unità su ieri; quelle ricoverate con sintomi sono 28.242, cioé 157 in meno su ieri; le persone in isolamento domiciliare sono attualmente 66.534 (+1.661 su ieri, anche questo un dato in flessione rispetto alle +1.789 segnalate ieri). I tamponi effettuati sono in totale 906.864, con un incremento di 53.495 rispetto a ieri.

TUTTI I DATI PER PROVINCIA

In Lombardia, regione più colpita dal contagio, i casi positivi sono 56.048 con una crescita di 1.246, mentre ieri 9 aprile erano stati 1.388. Diminuiscono i ricoverati in terapia intensiva che sono 1.202, con un calo di 34, mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono 11.877 con un aumento di 81. Cala anche la crescita dei deceduti che sono con 10.238, con 216 morti mentre ieri erano 300.

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Contagi in calo a Milano soprattutto contando anche la provincia: sono 26 (il 9 aprile erano 440) per un totale di 12.748 mentre il focus sulla città dà una diminuzione meno netta con 127 nuovi casi rispetto ai 155 del 9 aprile per un totale di 5106. Stabili i dati delle due province più colpite: a Brescia 247 nuovi casi, il 9 aprile erano 213 (totali 10.369), a Bergamo 108 mentre il 9 aprile erano 112 per un totale di 10.151). Tra le altre province Como, una delle meno colpite fa registrare +81 casi (1.686 totali) e continua a cresce anche Varese con 98 nuovi contagi (1.589 totali). Cremona che è la quarta provincia più colpita dall’epidemia con 4562 casi fa registrare +73 sul 9 aprile.

In Veneto, salgono a 13.421, 335 in più rispetto alla rilevazione del pomeriggio del 9 aprile, i contagiati da coronavirus. Sono invece invariati (1.521) i pazienti ricoverati in ospedale, mentre diminuiscono di una unità (257) i pazienti in terapia intensiva. I dimessi sono 1.525. I casi attualmente positivi sono 10.647; 793 sono i deceduti (+9), dei quali 713 in ospedale. I negativizzati sono 1.981. Le persone in isolamento domiciliare (il dato è riferito alle ore 20.00 del 9 aprile) sono 18.567. Invariati infine i dati degli ospedali di comunità, dove sono presenti 147 pazienti, con 48 dimessi e 13 deceduti.

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Sono 154 i nuovi casi nel Lazio con un trend al 3,5%, crescono i guariti che sono 43 nelle ultime 24 ore, arrivando a 687 cioè tre volte il numero dei decessi totali in una regione che ha un tasso di mortalità dieci volte in meno della Lombardia. Questi i dati del contagio nel Lazio dove ieri 9 aprile sono stati effettuati 659 tamponi che complessivamente sono stati 62mila. “Aumenta la forbice tra coloro che escono dalla sorveglianza domiciliare (16.611) e coloro che sono entrati in sorveglianza (12.792) oggi circa 4 mila unità. Bisogna ora mantenere alta l’attenzione per le giornate di Pasqua e Pasquetta -spiega l’assessore alla sanità Alessio D’Amato- Intanto proseguono i controlli a tappeto nelle case di riposo e nelle RSA su tutto il territorio. In merito alla situazione delle strutture residenziali l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha realizzato un Survey nazionale sul contagio da COVID-19 aggiornato al 6 aprile che registra per il Lazio un tasso di mortalità dieci volte inferiore a quello della Lombardia: 0,7% contro 6,8%”.

 

 

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