Coronavirus, è mistero in Nordcorea. Kim fa saltare esponenti partito

Coronavirus, è mistero in Nordcorea. Kim fa saltare esponenti partito
Kim Jong Un.
3 marzo 2020

Di cosa stia accadendo in Corea del Nord in merito all’epidemia da nuovo coronavirus continuiamo a non saperne nulla. Pyongyang continua a non fornire alcuna notizia di esito positivo a test, che non sappiamo neanche quanto e come vengano svolti. Ma sappiamo che l’attenzione, nel Paese gestito da un regime totalitario che chiude ogni spazio alla libertà d’informazione, è particolarmente alta. Oggi il Minju Joson, un giornale del regime, ha pubblicato un editoriale nel quale è sottolineata l’importanza di mantenre l’ordine e la disciplina a fronte dell’epidemia.

L’appello viene pochi giorni dopo che il leader supremo Kim Jong Un ha presieduto una riunione speciale del Politburo dedicato alla prevenzione del coronavirus. In questa riunione – secondo quanto ha riferito il quotidiano ufficiale del Partito Rodong sinmun – Kim ha silurato due alti esponenti del regime per una serie di crimini, tra i quali la “corruzione”. I due erano entrambi vicepresidenti del Comitato centrale del Partito dei lavoratori coreani – il partito unico – e si chiamano Ri Man Gon e Pak Thae Dok. Soprattutto il primo è (o, a questo punto, dovremmo dire era) un pezzo grosso nell’apparato, avendo anche l’incarico di membro della Commissione affari di Stato di direttore del Dipartimento organizzazione e guida del Partito.

Secondo il Rodong sinmun, Kim ha sottolineato la necessità di imporre una “stretta disciplina” e di imporre un’obbedienza “incondizionata” al comando e controllo del Quartier generale centrale per l’emergenza. “Nel caso in cui la malattia infettiva dovesse finire fuori dal nostro controllo, ci sarebbero serie conseguenze”, ha affermato il leader. Pyongyang ha agito con molta decisione abbastanza presto. Già dal 21 gennaio ha chiuso le frontiere. Al momento nessuno straniero è ammesso nel Paese, mentre quelli che sono entrati prima del bando sono stati isolati e soggetti ad analisi, secondo quanto ha scritto il sito specializzato NK News.

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L’apertura del nuovo anno scolastico è stata posticipata, mentre sono state chiuse alcune strutture per lo svago e il tempo libero. Tra queste anche il nuovo fiore all’occhiello del regime (a cui è stata appena dedicata una nuova emissione di francobolli): le terme Yangdok. Sono state, inoltre, sospese le parate militari. Ancora, la settimana scorsa – secondo NK News – è stato vietato ai cittadini di andare in ristoranti perché “mangiare in pubblico ostacola il lavoro sanitario e di quarantena del governo”. Queste misure possono essere lette in due modi: o come azioni draconiane che sono riuscite finora a tener fuori, a voler credere a Pyongyang, il virus dal Paese; o come fumo negli occhi, siccome a Pyongyang è difficile credere, che nasconde una situazione ben più difficile e drammatica.

Daily NK, un sito anti-governo che opera dal di fuori del paese, ha detto di aver appreso da fonti, tra le quali una di alto livello all’interno del governo nordcoreeano, che ci sono “23 persone morte per polmonite acuta tra gennaio e oggi”. I servizi segreti sudcoreani, dal canto loro, hanno affermato che almeno 7mila persone sono state messe in quarantena. Intanto Pyongyang avrebbe – secondo l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap – rilasciato i diplomatici stranieri che risiedono in Corea del Nord dopo un mese di quarantena e intenderebbero farli uscire dal paese con un volo speciale per Vladivostok in partenza venerdì. I servizi del Sud, inoltre, pensano che Pyongyang abbia effettuato il lancio di ieri di due proiettili – sotto il comando diretto di Kim Jong Un, hanno affermato oggi i media di stato – per dimostrare che la sua capacità militare non è stata intaccata dall’epidemia.

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