Coronavirus, kit e tamponi: quando il business è tutelato a scapito della salute

Coronavirus, kit e tamponi: quando il business è tutelato a scapito della salute
3 aprile 2020

Un kit rapido che possa individuare chi è stato contagiato, chi ha contratto il virus ed è guarito, gli asintomatici potenzialmente contagiosi. Un metodo che in Asia è molto diffuso e che adesso è sotto esame sia in Italia che in molti Paesi europei come screening per valutare come dosare e focalizzare i tamponi. Una valutazione forse tardiva su un prodotto di cui alcuni avevano intuito le potenzialità, iniziando un mese e mezzo fa una “scalata burocratica”. Tra questi Alessandro Console, giovane imprenditore italiano che lavora da anni in Romania e che, vedendo all`orizzonte la bufera del coronavirus, ha cercato da subito di riconvertire la sua azienda Multi-Utility, la Telco Group SpA di Timisoara, puntando su questa soluzione. Con poca fortuna in termini di mercato italiano e di più, pare, con altri Paesi.

Alessandro Console

Alessandro Console

“Nella seconda metà di febbraio mi sono reso conto che qualcosa di brutto sarebbe accaduto e ho avviato una ricerca globale nel tentativo di mettere le mie competenze al servizio della comunità, oltre che al servizio della mia azienda, presto destinata alla quarantena come tutte le altre – racconta ad askanews Console, 35enne originario di Palermo – Mi sono concentrato sui modelli per la diagnosi precoce, una chiave strategica per combattere il problema. E, in base anche alle indicazioni dell`Oms, ho scoperto un dispositivo di analisi per il coronavirus accessibile e semplice da usare, già molto popolare in tutta l`Asia, che permette di rilevare l`infezione da CoVid-19 già dopo i primi giorni dal contagio, grazie alla rilevazione di due specifici anticorpi”. Una goccia di sangue, un test, in tutto simile a quello per la glicemia o al test di gravidanza, che in 10 minuti dà un riscontro sulla presenza degli anticorpi. Uno dei tre metodi, indicati dall`Oms già nel 2003, ben 17 anni fa, per individuare il SARS-CoV, ceppo da cui deriva l`ormai noto e temuto coronavirus.

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E da qui inizia l`Odissea di Console. Prima avvia una trattativa con il colosso cinese Superbio Biomedical, un`azienda leader mondiale nell`industria del Dna, ottiene il mandato di distribuzione europeo per il kit, sviluppato con la Southeast University, “Nanjing Institute of Biomaterials and Medical Devices. Poi avvia le procedure di certificazione e armonizzazione per il mercato europeo. Il 10 marzo il kit è pronto per il mercato Ue. “Non è stato facile, non eravamo preparati a scalare questa cortina burocratica, ma la nostra è una categoria che è chiamata ad adattarsi, e oggi come non mai. Siamo scesi in campo e ci siamo stupiti quando abbiamo scoperto che in Cina era già disponibile una soluzione low-cost, utile ad evitare i contagi ed il panico, e che fornisce una garanzia efficace per la prevenzione ed il controllo dell`epidemia. L`Europa è rimasta indietro ancora una volta, sommersa da procedure burocratiche che, mi duole dirlo, ostacolano l`innovazione”, sottolinea Console che si pone come primo obiettivo quello di fornire all`Italia, alla sanità pubblica italiana il kit. Contatta il ministero della Salute, che lo rimanda alla Protezione civile. Contatta le singole Regioni perché “questo strumento dovrebbe essere in uso tempestivamente nei nostri ospedali”, dice già qualche settimana fa nelle lettere ai governatori.

E qualche Regione che sceglie questa strada , indipendentemente dalla proposta dell`azienda di Console, c`è. Il Veneto, per esempio, e anche la Campania, che acquista i test rapidi per avviare uno screening. La Regione Basilicata il 24 marzo chiede un preventivo per 20mila kit. E il giorno successivo Console ottiene anche la certificazione Fda per la distribuzione negli Stati Uniti. Ma nel frattempo in Italia si sottolinea che l`unico metodo efficace per stabilire i contagi è il tampone, Federfama diffida i farmacisti dall`acquisto dei kit rapidi e si registrano sequestri di test della Superbio, comprati direttamente dal rivenditore cinese da parte di un laboratorio di analisi di Reggio Calabria. “È stato un grave danno d`immagine per noi, ma erano rivenduti illegalmente – spiega Console – i kit non erano stati importati da me e quindi non avevano i certificati europei. Ma è lo stesso giorno in cui si tocca il primo picco di mortalità in Italia e io continuo a spingere”.

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E mentre i virologi e gli immunologi iniziano a interrogarsi sulla validità del metodo, dall`Europa arrivano ordini di acquisto e richieste di preventivo. “In Romania l`ho venduto da subito senza alcun problema. Ho richieste da Malta, dalla Repubblica Ceca, dalla Turchia, dalla Polonia, dall`Albania, dal Portogallo e dagli Stati Uniti. Forse se mi fossi subito concentrato sui mercati europei, escludendo l`Italia alla quale ho dato massima priorità, avrei già raccolto i frutti del mio lavoro e sarei stato utile a qualche famiglia, ma questa è solo un`ipotesi”. “Mi sento vittima di un`ingiustizia politica, il nostro Paese non ha avuto la prontezza di riflessi di capire cosa avevo in mano. Sono molto deluso dall`assoluta mancanza di attenzione da parte delle istituzioni italiane, a partire dal ministero della Salute, da me più volte sollecitato nella speranza di ricevere consiglio e supporto – sottolinea l`imprenditore – Il test ha il 97% di validità e basta una goccia di sangue dalla punta del dito che grazie a un reagente a base di oro colloidale permette di identificare gli anticorpi che combattono il coronavirus (anticorpi IgM e IgG) che sono già presenti nel nostro organismo e che si attivano in caso di contagio. E` veloce, potrebbe davvero aiutare a una ripresa delle attività”.

“Questo è un momento in cui non si distinguono più i confini politici degli Stati, non siamo più italiani, romeni o cinesi, siamo semplicemente uomini e il virus ci ha dimostrato che abbiamo tutti lo stesso sangue e le stesse paure. Per questo vorremmo poter dare il nostro contributo, nella speranza di poter presto iniziare a scrivere il nuovo capitolo della nostra meravigliosa storia”, conclude Console. Il suo prossimo obiettivo è la vendita al dettaglio e non soltanto alle strutture mediche. E lancia un appello alle istituzioni italiane: “I produttori cinesi ricevono richieste da tutto il mondo, questi kit saranno presto irreperibili e si registrano già i primi ritardi nelle consegne, non cediamo alla burocrazia anche questa volta, corriamo il rischio di perdere una grande opportunità. Mi sono già messo a disposizione del mio Paese e rinnovo la mia disponibilità”.

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