Coronavirus, numeri sempre più spietati. Anche l’Iss sembra aver perso la bussola: “Non ci esprimiamo”

Coronavirus, numeri sempre più spietati. Anche l’Iss sembra aver perso la bussola: “Non ci esprimiamo”
Silvio Brusaferro
15 marzo 2020

I numeri sul coronavirus sono sempre più spietati. Lo certifica il puntuale bollettino delle 18 delle Protezione civile. I contagiati sono 20.603, con 2.853 nuovi casi. I morti sono stati 368, per un totale di 1.809. I guariti oggi sono 369, per un totale di 2.335. Sono 1.672 i malati ricoverati in terapia intensiva, 154 in più rispetto a ieri. Di questi 767 sono in Lombardia. Dei 20.603 malati complessivi, 9.663 sono poi ricoverati con sintomi e 9.268 sono quelli in isolamento domiciliare. Intanto, 40 pazienti sono stati trasferiti dalla Lombardia in altre regioni.

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Dai dati della Protezione Civile emerge che sono 10.043 i malati in Lombardia (984 in più di ieri), 2.741 in Emilia Romagna (+392), 1.989 in Veneto (+214), 1.030 in Piemonte (+216), 1.087 nelle Marche (+224), 763 in Toscana (+149), 396 nel Lazio (+76), 296 in Campania (+53), 493 in Liguria (+109), 316 in Friuli Venezia Giulia (+45), 179 in Sicilia (+29), 212 in Puglia (+56), 367 in Trentino (+168), 128 in Abruzzo (+22), 139 in Umbria (+36), 17 in Molise (+0), 75 in Sardegna (+25), 56 in Valle d’Aosta (+15), 66 in Calabria (+7), 199 in Alto Adige (+29), 11 in Basilicata (+1). Quanto alle vittime, se ne registrano: 1.218 in Lombardia (+252), 284 in Emilia Romagna, (+43), 63 in Veneto (+8), 81 in Piemonte (+22), 46 nelle Marche (+10), 8 in Toscana (+2), 33 in Liguria (+6), 9 in Campania (+3), 16 Lazio (+3), 14 in Friuli Venezia Giulia (+1), 16 in Puglia (+8), 5 in provincia di Bolzano (+2), 2 in Sicilia (+0), 3 in Abruzzo (+1), uno in Umbria (+0) uno in Valle d’Aosta (+0), 6 in Trentino (+4), uno in Calabria, 2 in Sardegna. I tamponi complessivi sono 124.899, quasi 85mila dei quali in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Un’impennata di cifre che induce Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore della sanità a fare un’affermazione, a dir poco inquietante: “Non ci esprimiamo sullo stato della curva, stiamo vedendo delle crescite con differenze tra regioni, a livello nazionale il numero di decessi e contagiati oggi è il più alto”.

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MANCANO LE MASCHERINE

Mascherine introvabili durante l’emergenza. E la Lombardia è allo stremo. E’ l’ultimo scenario di questa drammatica vicenda coronavirus che sta mettendo in ginocchio tutta l’Italia (e non solo). “Purtroppo i numeri continuano ad aumentare, è sempre peggio. Siamo vicini al momento in cui non potremo più utilizzare rianimazioni perché non avremo più letto” spiega il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, aggiungendo che il problema principale è recuperare respiratori. Sono infatti l’elemento essenziale per la costruzione di un ospedale da 500 posti nei padiglioni della Fiera di Milano. Nel frattempo, ha aggiunto, si cerca di recuperare altri letti negli ospedali. “E spero che riescano ancora per qualche giorno – ha aggiunto – a compiere questi miracoli”. Intanto, Fontana cerca man forte in Guido Bertolaso. Il governatore lombardo ha infatti appena nominato consulente personale, l’ex capo della Protezione civile. 

Sul fronte mascherine, il governto Conte 2 ha in elaborazione un protocollo che autorizzi la produzione in Italia di mascherine non sanitarie per i cittadini e i lavoratori non sanitari. Sul materiale c’è già l’autorizzazione del comitato scientifico. Potrebbero arrivare norme che ne agevolano la produzione nel nostro Paese. Il capo della Protezione civile Angelo Borrelli annuncia l’ipotesi di riconvertire strutture per la produzione di mascherine. “Purtroppo non abbiamo attualmente una produzione nazionale perché in passato è stata considerata di basso margine per gli operatori economici e quindi ora ne abbiamo le conseguenze. E’ compito del commissario Arcuri – aggiunge – individuare strutture che possano essere riconvertite per la produzione”.

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“La nostra priorità è far lavorare in sicurezza medici, infermieri e tutto il personale sanitario che con coraggio e spirito di abnegazione si sta prodigando per la cura dei cittadini, dedicandosi a questa emergenza sanitaria senza risparmiare energie – dichiara il presidente del Consiglio Giuseppe Conte -. Come governo siamo strenuamente impegnati – e io stesso attraverso contatti con i miei omologhi – per procurare in tempi brevissimi i dispositivi di protezione che consentano loro di lavorare in massima sicurezza. C’è massima attenzione per la situazione in Lombardia”.

LA DISPERAZIONE IN ANESTESIA

“Se il trend dell’epidemia continuerà con questo ritmo, Bergamo reggerà ancora per pochissimo: gli ospedali sono saturi e anche i posti in Regione Lombardia si stanno esaurendo”, è la testimonianza di Ivano Riva, anestesista e rianimatore all’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e vice presidente dell’Associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri italiani Aaroi-Emac Lombardia. Ormai, afferma, “intubiamo in Terapia intensiva anche più di 7 persone al giorno e lavoriamo senza sosta, con in media un turno di riposo ogni 14 giorni”.

ORDINATI 3800 VENTILATORI

Con riferimento alle recenti notizie sulla qualità dei dispositivi individuali di protezione e sulla distribuzione di questi e di altri dispositivi medici tra le regioni, Consip precisa che: “La distribuzione delle forniture è tassativamente definita da Protezione Civile, in raccordo con Regioni e Ministero della Salute, che fornisce a Consip istruzioni sulle destinazioni; le mascherine oggetto di recente polemica in merito alla loro qualità non fanno parte delle forniture Consip.

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Consip, inoltre, ricorda che nell`ambito delle proprie attività sull`emergenza COVID-19: sono stati già ordinati oltre 3.800 ventilatori polmonari, di cui i primi 329 ventilatori polmonari con consegna a 3-7 giorni e oltre 3.500 ventilatori a 15-45 giorni; ha reso disponibili in pronta consegna ulteriori 300 ventilatori polmonari, individuando l`azienda Siare Engineering di Bologna, che ha perfezionato un apposito accordo con Protezione Civile; sono state contrattualizzate forniture per oltre 30 milioni di mascherine chirurgiche, più di 7milioni di guanti e oltre 13 milioni di tute, camici, calzari, cuffie e camici, ancora da assegnare da parte di Protezione Civile; sono state contrattualizzate forniture per oltre 390mila tamponi rinofaringei e più di 260 kit diagnostici corrispondenti a oltre 67mila test.

Tutte le forniture per l`emergenza sanitaria – precisa la Consip – sono completamente sicure, provengono da fornitori verificati e rispettano le specifiche tecniche elaborate dalle istituzioni sanitarie competenti. La Società sta operando con procedure che consentono tempi brevi, sicurezza, qualità dei prodotti, ed eventuali anomalie rilevate saranno segnalate alle autorità competenti. Si ricorda che Consip è stata incaricata di svolgere il ruolo di Soggetto Attuatore per l`emergenza COVID-19 con decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile e sta operando sotto le direttive dello stesso Capo Dipartimento e del Commissario straordinario Dott. Domenico Arcuri.

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