Coronavirus, Spallanzani: test salivari bene a metà

Coronavirus, Spallanzani: test salivari bene a metà
24 settembre 2020

Sono 1786 nuovi casi di positività al Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore in Italia dove sono avvenuti anche 23 decessi (finora 35.781). Attualmente sono positive 46.780 persone con un incremento di 666 rispetto a ieri. Sale invece a 221.762 il numero dei guariti con un incremento di 1097 rispetto a ieri. E’ quanto emerge dall’odierno bollettino del ministero della Salute Iss. Anche oggi nessuna regione italiana è rimasta immune a nuovi casi di positività al Covid-19. Il maggior numero di casi, fra i 1786 nuovi, è stato riscontrato in Veneto, con 248. Nel lazio 230 e in Lombardia 229. In Campania i nuovi positivi sono stati 195, 156 in Toscana, 125 in Sicilia, 104 in Piemonte e 102 in Liguria. La regione con meno contagi, 3, la Valle d’Aosta.

L’invito di sanitari e istituzioni è di mantenere sempre un atteggiamento cauto rispetto al virus, indossare le mascherine anche all’aperto, evitare assembramenti, iginizzarsi le mani ed evitare, per quanto possibile situazioni a rischio. Solo così si potrà evitare un nuovo lockdown generale, limitando i provvedimenti di confinamento ad aree circoscritte e per tempi limitati al contenimento dei nuovi focolai. In un quadro di generale costante risalita dei contagi va segnalato l’esempio positivo di Cremona, città tra le più colpite nelle fasi iniziali della pandemia, che per il quinto giorno consecutivo ha fatto registrare zero nuovi casi.

 

TEST SALIVARI

Intanto, l’Istituto nazionale per le malattie infettive di Roma Lazzaro Spallanzani ha concluso una serie di prove sui diversi test per la rilevazione del Sars-Cov-2 attraverso la saliva. Premesso che “gold standard” per la diagnosi è il tampone molecolare classico, quello con il lungo cotton fioc, bene anche i tamponi rapidi per la ricerca dell’antigene (quelli inaugurati negli aeroporti), sierologici ok per lo screening ma non per diagnosi, l’ok è a metà per gli attesi salivari, sia per problemi tecnici che di sensibilità per la ricerca del virus. Le prove, infatti, sono state condotte nei giorni scorsi e ieri, quando il ministero della Salute aveva già in mano il report sono stati pubblicati sul sito dello Spallanzani, all’interno di una guida ai diversi test, i principali risultati delle prove sui test salivari analizzati. Non a caso sempre ieri al question time il ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato che per usare i test salivali – utili perché meno invasivi, specie per i bambini (e con la riapertura delle scuole sarebbero un’arma notevole) – il ministero attende la validazione delle autorità competenti.

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Il tampone classico molecolare – va ricordato – è l’unico test ufficiale che valida una diagnosi di positività al Sars-Cov-2, quindi ogni altro test che dà un risultato positivo (test antigenico rapido, sierologico sia endovenoso che pungidito, o in prospettiva salivare) deve poi essere confermato con il tampone molecolare classico naso-faringeo, il “gold standard, quello con il lungo cotton-fioc. Il problema infatti non è il falso positivo – vista la conferma necessaria degli alti tipi di test – bensì il risultato falso negativo, che sfugge poi alla rete di contenimento dei contagi. Lo Spallanzani ha provato tre test salivari, uno di tipo molecolare (che rileva la presenza nel campione dell`Rna del virus) e due di tipo antigenico (che rilevano nel campione le proteine virali). In sintesi, il primo (molecolare salivare) funziona ma non va bene per un responso rapido perché data la tecnologia a disposizione se ne possono fare solo pochi alla volta, otto a ciclo, e solo in laboratorio, quindi non sul posto. Dei due test antigenici provati, uno ha un’attendibilità e affidabilità comparabile a quella dei tamponi antigenici, (quelli rapidi che danno un responso in 15 minuti, inaugurati negli aeroporti) ma il problema è che deve essere necessariamente processato in laboratorio, quindi non è più rapido logisticamente.

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L’unica soluzione per usare questi test salivari efficaci e avere risultati rapidi sarebbe quindi quella di organizzare un network di laboratori mobili. L’altro test salivare antigenico esaminato, della stessa ditta ma con un kit (meno potente dell’apparecchiatura di laboratorio per la rilevazione della proteina virale), la cosiddetta saponetta, che processa il risultato sul posto, non è purtroppo al momento ritenuto del tutto affidabile: troppi i casi negativi che poi al tampone classico sono risultati positivi. “Il test salivare molecolare testato presso il laboratorio di virologia dello Spallanzani – spiega infatti l’Istituto sul sito – utilizza uno dei sistemi correntemente utilizzati per i tamponi naso-faringei, che ha appena conseguito il marchio Ce per l`utilizzo anche con la saliva. Questa apparecchiatura tuttavia non ha una processività elevata: riesce infatti ad effettuare solo 8 campioni per volta, con tempi di analisi dei campioni di circa un`ora. Pertanto il suo utilizzo è indicato soltanto in casi particolari, come per esempio la conferma urgente di positività riscontrate nel corso di test antigenici”

E “in genere la saliva non si presta bene all`utilizzo con le apparecchiature di laboratorio altamente automatizzate che si usano per processare elevati volumi di campioni molecolari, perché essa ha densità variabile e creerebbe problemi ai sistemi di pescaggio ad alta automazione”. Invece “per quanto riguarda i test salivari antigenici, il nostro laboratorio ha testato due soluzioni. La prima – sottolinea lo Spallanzani – ha mostrato livelli di sensibilità simili a quelli dei tamponi antigenici rapidi, ma il test deve essere effettuato in laboratorio, quindi, a meno che non si attivino unità di laboratorio presso i punti dove viene effettuato il prelievo, non è utilizzabile in contesti di screening rapido (es. aeroporti) dal momento che tra prelievo del campione, trasporto e accettazione in laboratorio, esecuzione del test e refertazione, i risultati, seppur più veloci ad ottenersi rispetto al test molecolare, non sono immediati”.

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“La seconda soluzione invece – spiega ancora l’Inmi Spallanzani – è a lettura visiva (c.d. saponetta), non richiede strumentazione di laboratorio, può essere quindi utilizzata fuori dai laboratori e dà i risultati in pochi minuti, ma applicato alla saliva (contesto diverso da quello per cui è certificato, cioè tampone), ai primi test effettuati sembrerebbe risultare meno performante rispetto al test molecolare standard”. In conclusione “i test antigenici e molecolari su campioni di saliva al momento difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone in quanto richiedono un laboratorio attrezzato”. E “il test molecolare rimane a tutt`oggi il gold standard per la diagnosi; gli altri metodi vanno utilizzati se non si dispone della possibilità di accedere al test molecolare classico, oppure per scopi diversi dal contesto diagnostico, quale la sorveglianza epidemiologica”.

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