Corsa al Colle, spunta Gentiloni

Corsa al Colle, spunta Gentiloni
6 gennaio 2015

 

di Alberto Di Majo

Per la corsa al Quirinale spunta Paolo Gentiloni. Non è un segreto che il ministro degli Esteri sia uno degli esponenti politici preferiti dal premier Renzi. Ma potrebbe ottenere anche il via libera di Berlusconi e almeno di una parte dell’opposizione. Per la successione a Re Giorgio, resta in campo anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, pure lui ben visto nel centrodestra. Il confronto tra i partiti comincerà tra una decina di giorni, subito dopo le dimissioni del presidente Giorgio Napolitano. Ovviamente la “mappa” che porta al Quirinale presenta un intreccio di strade che non è facile seguire. In campo ci sono comunque sia l’ex quasi-tutto Giuliano Amato sia il giurista Sabino Cassese, due “candidati” graditi all’attuale Capo dello Stato. C’è anche l’ex premier Romano Prodi. In fondo l’insistenza di Napolitano sulla necessità di ritrovare uno spirito europeista e di evitare la demagogia delle forze politiche critiche verso l’euro potrebbe essere letta proprio in questa direzione. Sembra sfumare invece un altro “schema” renziano. Quello che aveva spinto molti a pensare che potesse arrivare al Colle il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Un presidente più legato al premier e, in qualche misura, meno autonomo.

Non manca Walter Veltroni. Anche se, a dirla tutta, l’ex sindaco di Roma viene sempre inserito in ogni toto-incarichi, dalla Federcalcio alla Rai. In campo restano gli ex Dc Castagnetti e Mattarella. Infine, il leader della Bce Mario Draghi: chissà che proprio la sua volontà di non diventare “un politico” non spinga più di un partito a candidarlo. Ovviamente si tratta di ipotesi e scenari. Almeno per ora. Quello che invece è certo è che il Pd sarà decisivo nella scelta del nuovo inquilino del Quirinale, come ieri ha ricordato, in una lettera, il premier Renzi agli elettori del suo partito. “Nelle prossime settimane ci sarà anche da eleggere il Presidente della Repubblica. Ovviamente sarà un passaggio delicato e difficile, come dimostra la storia parlamentare anche di questa legislatura. E succedere a un grande italiano come Giorgio Napolitano non sarà semplice. Ma sono certo che il Pd sarà decisivo nello scegliere insieme a tutti un arbitro equilibrato e saggio, il garante super partes delle istituzioni” ha scritto Renzi. La deputata di FI, Daniela Santanchè (foto), chiarisce: “Noi di Forza Italia chiediamo che il prossimo presidente della Repubblica sia prima di tutto una figura autonoma e non espressione di una determinata parte politica, come lo era invece Napolitano con la sinistra. Di avatar ne abbiamo avuti abbastanza. Imparzialità e terzietà – prosegue l’esponente azzurra – dovranno configurare il prossimo capo dello Stato, dal quale ci aspettiamo profonda responsabilità nel mettere fine alla vicenda incresciosa che ha coinvolto Silvio Berlusconi restituendogli così l’agibilità politica di cui ha diritto”.

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Precisa ancora Paolo Romani (FI): “Più che l’appartenenza a questo o quel mondo, per noi il successore di Napolitano non può essere espressione del partito di maggioranza relativa. Non può essere iscritto al Pd”. Per il capogruppo del Misto, Pino Pisicchio, “l’esperienza di Napolitano al Quirinale è stata così importante dal punto di vista istituzionale da tracciare una linea maestra che nessuno dopo di lui potrà trascurare, soprattutto in una stagione politica complessa e in rapidissima trasformazione come è quella che stiamo vivendo. Per questo occorrerà che i grandi elettori sappiano scegliere un successore dotato di grande sensibilità istituzionale, autorevole e vissuto dagli italiani come riferimento di tutti”.
Il blog di Grillo, invece, attacca Napolitano. In un post, a firma di Massimo Lafranconi, si legge: “Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Napolitano (il cui indice di popolarità è precipitato), trasmesso in stile soviet a reti unificate, è stato boicottato da 47 milioni di italiani e seguito complessivamente da 10.178.000 spettatori divisi tra reti Rai, Mediaset e La7. In particolare su Rai1, Rai2, e Rai3, dalle 20.30 alle 20.51, il discorso si è attestato a 6.638.000 spettatori; su Rai1 ha avuto 4 milioni 729mila spettatori con uno share del 25.28%. Per il servizio pubblico vanno aggiunti i 68 mila disperati che hanno scelto Rai News24. Ai dati Rai vanno aggiunti i 2.546.000 di Canale 5; Rete4 (427.000); La7 (567.000”).

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