Costi della politica, consulenze e apparati istituzionali. La Corte dei conti non fa sconti: c’è corruzione e sprechi

Costi della politica, consulenze e apparati istituzionali. La Corte dei conti non fa sconti: c’è corruzione e sprechi
5 marzo 2016

Per vicende corruttive nel corso 2015 sono state emesse 71 citazioni con una contestazione di danno complessivo pari a circa 9 milioni di euro”. E’ quanto emerge dalla relazione del procuratore regionale della sezione giurisdizionale per la Regione siciliana della Corte dei Conti Sicilia, Giuseppe Aloisio, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016. In particolare, con 8 citazioni e’ stata chiesta la condanna al risarcimento del danno di immagine della pubblica amministrazione mentre 13 citazioni hanno riguardato casi di appropriazione indebita di somme di pertinenza comunale. Sotto il profilo delle indagini, nello stesso anno sono state avviate 120 istruttorie, tra le quali assumono un valore significativo quelle relative all’assenteismo e al compimento di atti dovuti o contrari alla funzione pubblica in cambio di percezione di tangente o altra utilita’. Al momento, risultano in corso di definizione 40 istruttorie.

“Considerevole clamore mediatico – ha sottolineato il magistrato – ha destato il caso di assenteismo di numerosi agenti della polizia municipale di Palermo, vicenda per la quale la Procura regionale ha immediatamente avviato, nell’ottobre 2015, attivita’ istruttoria parallela all’inchiesta penale e che ha ingiustamente gettato discredito sull’intero Corpo”. Per il procuratore Aloisio, “l’intollerabile fenomeno dell’assenteismo conferma da un lato la mancanza di crescita culturale e dall’altro la mancata applicazione di norme che sin dal 2009 prevedono il cosiddetto licenziamento disciplinare. Un istituto, in questo caso, applicato a macchia di leopardo. Nella Regione Siciliana, nell’ultimo triennio sono stati licenziati per assenteismo soltanto 12 dipendenti su circa 20 mila mentre molti Comuni hanno applicato con rigore le regole”. Tra questi, in particolare “il comune di Palermo che nello stesso periodo ha licenziato per assenteismo 44 dipendenti e 68 nelle partecipate. Senza considerare che nel 2015 si e’ intensificata questa attenzione al fenomeno e nel comune di Palermo sono stati avviati 297 provvedimenti disciplinari (di cui 129 conclusi con irrogazione sanzione) e dalle societa’ partecipate, circa 1200-1300 (solo la Rap 570, di cui 498 gia’ definiti). Un fenomeno -ha concluso- molto diffuso”.

GETTONI A CONSIGLIERI “Anche nel 2015 si registra un considerevole spreco di risorse pubbliche causato dall’indebita percezione di gettoni di presenza da parte di consiglieri comunali, testimoniato dalle 15 istruttorie avviate nel corso dell’anno, di oggetto identico alle 35 aperte in precedenza”, ha proseguito Aloisio, secondo il quale “è ormai opinione dominante che non sia giustificabile e sostenibile mantenere elevati livelli di spesa per il funzionamento degli apparati burocratiche che ci governano. Frequentemente l’elezione degli organi rappresentativi degli enti locali e’ divenuta per gli eletti occasione d’incremento delle indennita’ per la partecipazione a Consigli e commissioni comunali, attraverso scelte di indubbia legittimita’, al vaglio di questa Procura”. Si e’ confermato, inoltre, “l’inveterato ricorso” al conferimento di incarichi e consulenze a soggetti esterni alle pubbliche amministrazioni. A tal proposito, nel 2015 sono state aperte 67 istruttorie e, tra le piu’ significative, Aloisio ha ricordato quelle relative a dieci aziende sanitarie ospedaliere che pur in possesso di uffici legali, hanno conferito ad avvocati un numero elevatissimo di incarichi di rappresentanza e difesa per un importo complessivo di molti milioni di euro. In senso opposto, ha rilevato Aloisio, un “esempio di corretta gestione e’ offerto dalle Aziende sanitarie di Palermo ed Enna”. Nella sua relazione, il procuratore ha puntato il dito, infine, anche contro gli eccessivi costi dell’Ars per le spese di funzionamento degli organi politici, impiegate con modalita’ “non riconducibili agli scopi istituzionali per i quali sono stati previsti”. Per tale ragione, nel 2015 sono state emesse 4 citazioni in giudizio di capi gruppo parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana, che si aggiungono alle 8 gia’ depositate nel 2014.

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RIFIUTI “Negli ultimi anni il territorio siciliano e’ stato fortemente interessato sempre piu’ dall’emergenza rifiuti, caratterizzata da una gestione del ciclo che ha privilegiato le discariche tralasciando su valori residuali la raccolta differenziata. Cio’ ha determinando aggravi di costi per la collettivita’ e danni ambientali di proporzioni preoccupanti, tra i quali destano allarme lo sversamento di sostanze inquinanti nelle falde acquifere e il conferimento in discarica di rifiuti speciali”, ha detto ancora il procuratore regionale della sezione giurisdizionale per la Regione siciliana della Corte dei Conti Sicilia. Nel 2015 sono state avviate 13 istruttorie aventi per oggetto la gestione del ciclo dei rifiuti, che si aggiungono alle numerose gia’ aperte in corso di definizione. Di particolare rilievo, secondo Aloisio, quelle relative al mancato raggiungimento da parte di alcuni Comuni del Palermitano degli obiettivi stabiliti dalla normativa vigente in materia di raccolta differenziata. Nella specifica materia, sono significative due istruttorie avviate e non ancora definite sul danno ambientale cagionato alla citta’ di Palermo, determinato dal “mancato rispetto delle prescrizioni per il trattamento del percolato della discarica di Palermo. “Il danno patrimoniale procurato da illegittime spese di gestione -ha aggiunto- risulterebbe di non rilevante entita’ a fronte della grave situazione ambientale determinata dallo sversamento del percolato e dal pericolo di inquinamento delle falde acquifere”.

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CONDANNE Nel 2015 l’importo complessivo delle condanne nel 2015 e’ stato pari a 27,9 milioni di euro, di cui 8,9 milioni emesse in favore delle amministrazioni statali, 18,9 milioni per enti locali e 53.597,77 per le aziende sanitarie. Questi, invece, i numeri cotenuti nella relazione del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, Luciana Savagnone. Cifre che delineano un immagine della pubblica amministrazione caratterizzata da corruzione e sprechi. Il presidente ha lamentato anzitutto una carenza di organico mancando 6 magistrati su un organico di 13, con un tasso di scopertura del 42,8 per cento. In merito ai giudizi di responsabilita’ e di conto, Savagnone ha riferito che la giacenza iniziale al primo gennaio 2015 dei giudizi pendenti ammontava a 64 giudizi responsabilita’, 166 giudizi di conto, 25 giudizi ad istanza di parte, 216 istanze di resa di conto. Mentre, la giacenza finale alla data dell’1 gennaio 2016 ammonta a 68 giudizi di responsabilita’, 101 di conto, 6 ad istanza di parte, 57 per resa di conto. “Tra le codanne per risarcimento -ha detto- c’e’ di tutto: dai contributi comunitari mal spesi o intascati e i costi lievitano perche’ non si riesce a gestire il contributo in maniera corretta. Poi ci sono anche casi di truffa come la sovrafatturazione”. Ma, tra i reati piu’ diffusi, e’ emerso su tutti il danno d’immagine. Una crescita numerica da attribuire a “una carenza totale di controlli interni. Si perpetuano episodi per lunghissimi periodi di tempo ma nessuno si accorge di niente. Non voglio parlare di connivenza ma, certamente -ha concluso- una maggiore attenzione di chi dovrebbe controllare aiuterebbe”.

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IL PRESIDENTE DELL’ARS “Sono state notificate diverse sentenze che hanno fotografato una situazione chiaramente non edificante. E’ sotto gli occhi di tutti. Le sentenze si eseguono e non si commentano”. A dirlo il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della sezione giurisdizionale per la Regione siciliana, in merito alle condanne nei confronti dei gruppi parlamentari siciliani e singoli politici per le cosiddette “spese pazze”. “Gia’ da tempo -ha proseguito- abbiamo recepito il decreto Monti e abbiamo cambiato il sistema. In tema di riduzione dei costi, l’Ars ha ridotto e di molto i costi della politica. Il consigliere regionale della Sicilia con i suoi 5 mln di abitanti prende quanto il consigliere regionale del Molise con i suoi 300mila abitanti”. Secondo Ardizzone c’e’ un problema di corruzione diffusissima che riguarda tutti i settori della vita pubblica e non solo. “C’e’ un’immoralita’ diffusa che va contrastata -ha chiarito- accanto a tanti corrotti ci sono anche tantissimi corretti. Nelle amministrazioni bisogna sviluppare gli anticorpi necessari a bloccare il virus della corruzione, che e’ in ogni settore. L’Italia per corruzione viene dopo la Bulgaria, questo e’ il dato devastante. Il politico risponde di piu’, perche’ dovrebbe fare le leggi, ma e’ un fenomeno diffuso”. E sulla vicenda gettonopoli, ha aggiunto: “Condivido la relazione della Corte dei conti su questo punto di vista. Nella prima ipotesi di legge dobbiamo recepito in toto la normativa in merito a status e indennita’ dei consiglieri comunali e degli amministratori locali, perche’ non abbiamo ragione di differenziarci su questa materia. Se poi si debba fare a consiliatura avviata o meno -ha concluso- e’ un altro tipo di ragionamento, pero’ il cittadino ha bisogno di messaggi positivi”.

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