Corte conti, il flop del Reddito di cittadinanza: solo il 2% è riuscito a ottenere un lavoro

25 giugno 2020

La pubblica amministrazione continua a pagare in ritardo, impiegando mediamente 49 giorni, e il tempo medio di ritardo è aumentato. La Corte dei conti “bacchetta” il governo in occasione della cerimonia di parificazione del rendiconto dello Stato. “Continua a riproporsi – ha sottolineato il presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti, Ermanno Granelli – nonostante l’impegno profuso negli ultimi anni, il problema dei ritardi di pagamento. L’amministrazione statale nel suo complesso, nel corso del 2019, ha trattato poco più di 4 milioni di fatture per un importo complessivo di circa 18 miliardi e ne ha pagate 2,7 milioni corrispondenti all’importo di circa 13 miliardi. L’insieme delle fatture è stato pagato in media in 49 giorni (47 giorni nel 2018)”.

Il tempo medio di ritardo “si presenta in leggero aumento passando da 9 a 11 giorni e i ritardi si accumulano per le fatture di importo meno elevato. Un peggioramento limitato ma che emerge anche da una riduzione complessiva della capacità di pagamento ridottasi nell’ultimo anno di circa due punti (al 56,8% del 2019)”. “Tra le cause – ha aggiunto Granelli – attenuato il peso derivante dalla scarsità di risorse pubbliche per i tagli alla spesa, restano le criticità sia di tipo procedurale che di natura contabile, molte delle quali richiederebbero la reingegnerizzazione di alcuni processi e interventi normativi”.

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I magistrati contabili accendono i riflettori sul personale. “Si continua a registrare un progressivo, ed ormai significativo, incremento dell’età media dei dipendenti pubblici, che risulta superiore a 50 anni. Al riguardo – ha proseguito Granelli – diviene ormai improcrastinabile la tempestiva conclusione delle procedure concorsuali per il ricambio del personale cessato dal servizio, in modo da colmare alcune delle consistenti lacune che si sono determinate. Nella fase di riavvio delle assunzioni, torna ancora più centrale il tema della valorizzazione delle elevate competenze professionali”.

Capitolo a parte il reddito di cittadinanza, per il quale solo il 2% delle persone che l’hanno ricevuto è riuscito poi a ottenere un lavoro attraverso i centri per l’impiego. Secondo il procuratore generale della Corte dei conti, Fausta Di Grazia, “risultano essere state accolte circa un milione di domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali soltanto il 2% ha poi dato luogo a un rapporto di lavoro tramite i centri per l’impiego”. Per il reddito di cittadinanza, ha aggiunto Di Grazia alla cerimonia di parificazione del rendiconto dello Stato, c’è stato “uno stanziamento definitivo di 5.728,6 milioni di euro, dei quali ne sono stati impegnati 3.878,7 milioni”.

Anche ‘quota 100’ introdotta nel sistema pensionistico dalla Lega non ha dato i risultati attesi dal governo gialloverde, ha evidenziato sempre la Di Grazia, secondo cui “i risultati sono stati al di sotto degli obiettivi illustrati nella relazione tecnica che accompagnava il provvedimento, avente anche finalità di ricambio generazionale della forza lavoro”. Nel 2019, ha spiegato il procuratore alla cerimonia di parificazione del rendiconto dello Stato, “le politiche del lavoro e quelle sociali sono state impegnate nel dare attuazione ai due principali provvedimenti contenuti nella legge di bilancio e nel successivo decreto 4 del 2019, ossia ‘quota 100’ in campo previdenziale e il reddito di cittadinanza in ambito assistenziale”. Per ‘quota 100’, ha concluso Di Grazia, “alla data del 31 dicembre 2019 risultano essere state approvate 155.897 richieste di collocamento in quiescenza, pari a circa il 69% delle domande presentate. Delle istanze accolte circa il 49% riguarda soggetti con oltre 41 anni di contribuzione, a fronte di un’anzianità lavorativa media di 40 anni”.

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