Ddl su taglio 345 parlamentari e referendum propositivo

Ddl su taglio 345 parlamentari e referendum propositivo
3 ottobre 2018

Movimento 5 stelle e Lega hanno presentato i due ddl di riforma costituzionale, che saranno all’esame di Camera e Senato di pari passo. Nello specifico, la maggioranza giallo-verde propone la riduzione di 345 parlamentari e l’introduzione del referendum propositivo. Il primo ddl sara’ all’esame del Senato, mentre il secondo iniziera’ il percorso alla Camera. Con il ddl sul referendum propositivo, si va a modificare l’articolo 71 della Costituzione, che al momento prevede solo il referendum abrogativo.

L’iter del nuovo referendum funzionera’ in questo modo: i cittadini, raccolte inizialmente 100 mila firme, sottoporranno al vaglio della Corte costituzionale il testo del referendum, ovvero della legge su cui si chiede che il Parlamento intervenga. Se ci sara’ il via libera della Corte, allora serviranno 500 mila firme per sottoporre il quesito al voto popolare. ma prima si svolgera’ un altro passaggio: il parlamento sara’ obbligato ad esaminare la proposta di legge di iniziativa popolare entro 18 mesi. Trascorsi i 18 mesi senza che il Parlamento si sia espresso, scattera’ il referendum, che sara’ senza quorum per la sua validita’.

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Ma c’e’ anche un’altra strada: il Parlamento legifera su quella proposta ma ne approva un’altra o comunque cambia il testo della proposta popolare. In quel caso, stara’ al comitato promotore, ovvero ai cittadini, scegliere se il nuovo testo comunque raggiunge gli obiettivi prefissati – e allora non si svolgera’ il referendum – o se si vuole far decidere al popolo attraverso il referendum. In questo secondo caso, si sottoporranno a referendum entrambi i testi, e sara’ legge quello che otterra’ piu’ voti. Se la proposta di legge popolare prevede dei costi per le casse dello Stato, i proponenti saranno tenuti ad indicare le eventuali coperture.

Il secondo ddl di riforma costituzionale riguarda il taglio del numero dei parlamentari. M5s e Lega mirano a tagliarne 345, portando cosi’ i deputati a 400 e i senatori a 200, dagli attuali 630 e 315. Anche gli eletti all’estero verrebbero cosi’ ridotti: 8 quelli eletti alla Camera e 4 quelli eletti al Senato. Con il taglio, secondo le stime fatte dalla maggioranza giallo-verde, si risparmierebbero 500 milioni di euro. Quanto all’entrata in vigore, il testo del ddl prevede che la riforma abbia vigore a decorrere “dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle camere, successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore”.

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Nel testo di presentazione del ddl c’e’ anche un passaggio sulla legge elettorale. La maggioranza M5s-Lega ritiene che sia “opportuno un intervento del legislatore che riporti la normativa elettorale alla tradizionale impostazione in base alla quale essa sia sempre applicabile prescindendo dal numero dei parlamentari”. Nell’illustrazione che accompagna il testo del ddl si cita come esempio il Mattarellum, in cui si faceva riferimento a un numero di seggi “destinato a rimanere fisso”.

E poiche’ la proposta di riforma “impatta inevitabilmente sulla normativa elettorale vigente, al fine di evitare l’eventualita’ di vuoti normativi, si ritiene che il ritorno ad una impostazione che preveda, in luogo del numero dei seggi, l’indicazione del rapporto percentuale tra i seggi uninominali e plurinominali ed il numero dei parlamentari, possa rappresentare la soluzione ottimale affinche’ la legge elettorale assuma il necessario grado di flessibilita’ rispetto alla variabile del numero dei parlamentari fissato in Costituzione. Con tale modalita’ la modifica del numero dei parlamentari non comporterebbe interventi sulla legge elettorale, lasciando il Parlamento in ogni momento rinnovabile senza alcuna alterazione del sistema elettorale”.

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