Def sul tavolo del Consiglio dei ministri, dalla spending review 10 miliardi nel 2016

Def sul tavolo del Consiglio dei ministri, dalla spending review 10 miliardi nel 2016
6 aprile 2015

In arrivo l’approvazione del Def: il documento sara’ infatti presentato nel consiglio dei Ministri fissato per domani a Palazzo Chigi alle ore 13,30. Successivamente passera’ alle Camere per la risoluzione parlamentare ed entro il 30 aprile dovra’ essere trasmesso a Bruxelles. Secondo quanto trapelato dal ministero dell’Economia, il Def prevede per il 2015 una crescita dello 0,7-0,8% e un rapporto deficit/pil al 2,6%. Il governo punta poi ad utilizzare la clausola di flessibilita’ sulle riforme e ad ottenere dalla spending review circa 10 miliardi nel 2016. L’obiettivo e’ disinnescare quest’anno le clausole di salvaguardia che comporterebbero un aumento di Iva e accise per 16,8 miliardi. Infine, il pareggio di bilancio, previsto al 2017, potrebbe slittare ulteriormente di uno o due anni. Era stato lo stesso premier, Matteo Renzi, in un’intervista a un quotidiano ad assicurare che nel Def “non esiste nel modo piu’ categorico che ci sia un aumento delle tasse” e a garantire che “l’Iva nel 2016 non aumentera’”.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan invece in un’audizione alla Camera qualche giorno fa ha sottolineato che il Def avra’ un’impostazione espansiva “ma nei limiti doppi di mercato e delle regole che dobbiamo rispettare”. “Saremo – ha affermato – il piu’ espansivi possibili ma in modo selettivo a sostegno di occupazione e degli investimenti a livello locale”. Nel Def “stiamo definendo un quadro di finanza pubblica e di crescita che rimane espansivo nel rispetto dei vincoli sia di mercato, per il finanziamento del debito, sia istituzionali, per le regole europee”. Quanto all’eventuale utilizzo della clausola sugli investimenti nell’arco del 2016, il ministro ha ribadito che “il Def e la legge di stabilita’ dell’anno scorso erano gia’ espansivi, a partire da quest’anno ci sono nuove clausole. Noi in ogni caso utilizzeremo i margini che le regole ci danno”.

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