Dimissioni ma restando in carica, ecco il piano di Renzi per l’Assemblea del Pd

Dimissioni ma restando in carica, ecco il piano di Renzi per l’Assemblea del Pd
14 febbraio 2017

Dimettersi da segretario, restando però in carica per “gli affari correnti”. E’ l’ipotesi che si affaccia in queste ore nell’entourage di Matteo Renzi, in vista dell’assemblea nazionale di domenica prossima. Renzi, che ieri non ha mai pronunciato la parola “dimissioni”, domenica però rimetterà il mandato da segretario, per dare il via al congresso anticipato. “Per farlo non ci sono alternative, sono praticamente obbligate, basta guardare lo statuto”, sottolinea un parlamentare molto vicino al leader. Però, è il senso del ragionamento, lo stesso segretario può restare in carica, se non ci sono candidati alternativi. L’articolo 3 dello Statuto Pd recita che “se il segretario cessa dalla carica prima del termine del suo mandato, l’assemblea può eleggere un nuovo segretario per la parte restante del mandato ovvero determinare lo scioglimento anticipato dell’assemblea stessa. Se il segretario si dimette per un dissenso motivato verso deliberazioni approvate dall’assemblea o dalla direzione nazionale, l’assemblea può eleggere un nuovo segretario per la parte restante del mandato con la maggioranza dei due terzi dei componenti”.

DIMISSIONI MA IN CARICA Ma se tale maggioranza non c’è “si procede a nuove elezioni per il segretario e per l’assemblea”. Non si dice esplicitamente, però, che debba essere nominato un “reggente”. Dunque, è il ragionamento dei renziani, “è possibile che il segretario dia le dimissioni ma resti in carica”. Su questo sono in corso degli approfondimenti sullo statuto Pd, per arrivare a una interpretazione che non possa lasciare margini a contestazioni. Restare in carica, seppur da dimissionario, sarebbe un modo per non rallentare l’iter, che nell’idea di Renzi dovrà essere molto rapido, con le assemblee sul territorio a marzo e le primarie nazionali entro aprile. Ma anche, riflettono i suoi, per evitare “imboscate”. “Renzi il congresso non lo voleva fare ma alla fine si è convinto – racconta un deputato Dem del ‘giglio magico’ -. Però tutti gli stiamo dicendo che non deve lasciare la carica di segretario. E’ difficile ma, teoricamente, potrebbe saldarsi una maggioranza alternativa per eleggere un altro segretario, che potrebbe bloccare o rallentare l’iter congressuale”. Comunque sia, dopo il passaggio in assemblea l’apertura del congresso dovrà essere approvata in direzione, che dovrà nominare la commissione incaricata di scrivere il regolamento (i renziani chiedono che sia ricalcato su quello del congresso precedente) che dovrà poi essere nuovamente approvato in direzione.

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