Minoranza sempre più lontana da Pd, potrebbe disertare assemblea. Emiliano: “Tre anni deludenti”

Minoranza sempre più lontana da Pd, potrebbe disertare assemblea. Emiliano: “Tre anni deludenti”
15 febbraio 2017

La minoranza Dem sempre più lontana dal Pd e vicina alla scissione, tanto che domenica potrebbe non partecipare all’assemblea nazionale che sarà convocata per dare il via libera al congresso. “Non so se andiamo, non si è deciso niente stiamo aspettando se c’è qualche riflessione”, dice Pier Luigi Bersani. L’ex segretario cammina in Transatlantico alla Camera, l’umore è nero, e ai giornalisti che lo circondano detta quello che appare quasi uno sfogo. “Siamo il Pd o il Pdr, il Partito di Renzi? Io voglio bene al Pd finchè è il Pd, se diventa PdR non gli voglio più bene”. Dopo la direzione di ieri Bersani vede pochi margini di ricomposizione. “Il collettivo – spiega – non può essere un gregge. Ieri mi aspettavo un esito ben diverso, di fronte a uno sforzo difficile anche mio, nostro, mi sarei aspettato di sentir dire: ok, discutiamo. Non penso si possa andare avanti così, vediamo se qualcuno può prendere in mano la situazione”.

ORLANDO IN POLE Però, ammonisce, “la scissione è già avvenuta, il problema è vedere se e come recuperiamo con un popolo. Ma ieri ho visto solo dita negli occhi”. Il qualcuno che può prendere in mano la situazione, del resto, lo dice chiaramente, non può essere Matteo Renzi. “Siamo a un bivio molto serio. Il calendario è una tecnica. Serve buon senso: da Renzi non me lo aspetto, da quelli vicino a lui sì”. Un messaggio che pare indirizzato ad Andrea Orlando, anche se, precisa, “qui non è questione di una candidatura, ma di agibilità politica. Poi le candidature possono essere tante”. Tanti, in queste ore, chiedono al ministro della Giustizia di farsi avanti, di scendere in campo come candidato al congresso. Ieri Orlando ha avanzato le sue critiche alla linea del congresso subito, ribadite oggi in una intervista “Se uno sbaglia glielo dico. Se rischia il frontale glielo dico. Non sono convinto che andare subito al congresso sia un bene per il Pd”.

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ANTI-RENZI Però su una sua eventuale candidatura Orlando prende tempo: “È un problema che mi porrò soltanto quando inizieremo a discutere sulla proposta da fare al Paese”. Certo è che una candidatura di Orlando potrebbe nascere se ci fosse una “semplificazione” del quadro che adesso, a sinistra, vede già in lizza, più o meno ufficialmente, Roberto Speranza, Enrico Rossi e Michele Emiliano. Contro le parole di Bersani è durissima la reazione dei renziani. “Sentire Bersani parlare di buon senso mentre minaccia scissioni dalla mattina alla sera è davvero pittoresco”, accusa Roberto Giachetti mentre la senatrice Roberta Puglisi parla di “reazione spropositata” che “sorprende e preoccupa”. “Volevano il congresso – chiosa un deputato renziano di primo piano – e ora che lo facciamo dicono di no. Non credo sia possibile una composizione. Il congresso di fatto è già aperto da mesi, con diversi candidati in campo, si tratta solo di fissare la data del voto. Non possiamo tenerlo aperto per sei mesi mentre il M5s è in balia del caso Roma. Sarebbe come voler giocare a calcio senza le scarpe”.

EMILIANO Il Pd vive “un momento di grande tensione” perché “veniamo da uno sforzo di tre anni che non ha prodotto grandi risultati. I nostri elettori sono delusi, sono delusi gli italiani, e ora si cerca una nuova strada, come si fa dopo una grande sconfitta politica”. Ha già archiviato l’era renziana Michele Emiliano sferrando un duro colpo a Matteo Renzi dalle telecamere de La 7. Una sonora bocciatura dopo “tentativi billanti nell’apparenza, ma che non hanno prodotto risultati”. Ufficialmente è uno dei candidati alla segreteria del Pd, il governatore della Puglia che irrompe in un “Pd che è quasi tutto fuori dal Pd”. Le liste civiche di ispirazione Pd  – tuona Emiliano – hanno spesso più successo elettorale dello stesso Pd. E in ogni paese d’Italia la sezione del Pd è presidiata da qualcuno che invece di attirare nuovi iscritti li caccia. Il Pd è visto come una casamatta…”.

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