Dl banche, domani in Aula. Ennesima fiducia in parlamento. Consumatori protestano davanti al Senato

Dl banche, domani in Aula. Ennesima fiducia in parlamento. Consumatori protestano davanti al Senato
8 giugno 2016

di Enzo Marino

Si annuncia per oggi la stretta sul decreto banche in commissione Finanze del Senato quando si dovrebbe affrontare il voto sugli emendamenti che riguardano gli indennizzi agli obbligazionisti colpiti dal ‘Salva-banche’ su cui però eventuali modifiche saranno solo marginali. La tabella di marcia è stringente e l’approdo in Aula dovrebbe esserci entro domani con la fiducia in Senato che si replicherà nel passaggio alla Camera. Sui rimborsi “la platea è già amplissima”, ha detto il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, il quale ha ribadito che i due requisiti per accedere al rimborso automatico (un patrimonio mobiliare di proprietà inferiore a 100mila euro o un reddito ai fini dell’Irpef inferiore a 35mila euro) “sono due criteri indissolubili”. Dopo una riunione fiume ieri mattina con il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, dove si sono concordate le poche aperture e il percorso del provvedimento, durante la seduta pomeridiana sono stati approvati una manciata di emendamenti ai primi articoli che riguardano il patto marciano e il recupero dei crediti con le disposizioni sulle espropriazioni forzate.

Ne sono stati respinti la maggior parte, compresi quelli che puntavano a rivedere la norma sul patto marciano consentendo l’estinzione del debito dell’impresa anche se la vendita dell’immobile non copre l’intero ammontare. Sarebbe in corso di riformulazione la proposta che punta a venire incontro all’impresa che abbia restituito già l’80% o il 90% del debito prevedendo più tempo, da tre a quattro rate non pagate, prima di far scattare il pignoramento. Tra le misure approvate quella che estende anche al contratto di rent to buy il procedimento per la convalida di sfratto. Bocciati infine gli emendamenti sul leasing immobiliare ma, ha spiegato il relatore Karl Zeller, c’è “l’impegno del governo ad affrontare l’intero tema in un prossimo provvedimento”. Per Baretta il lavoro è “a buon punto. Pensiamo nella giornata di oggi di offrire tutti i pareri su tutti gli emendamenti e procedere speditamente”.

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Intanto è in scena una protesta davanti al Senato proprio sul dl banche. Al presidio i risparmiatori, l’associazione dei consumatori Adusbef ed anche i senatori ed i deputati del Movimento 5 Stelle. Ma c’e’ anche il giudice Ferdinando Imposimato. “Si contesta la truffa e l’esproprio criminale dei risparmi di 130 mila famiglie”, spiega Elio Lannutti, presidente Adusbef, “alle quali si vorrebbero dare risarcimenti parziali con le forche caudine dell’arbitrato”.
“Con l’arbitrato processate gli onesti, mentre Vegas e Visco sono al loro posto”, si legge su un manifesto. “E’ un dovere civico partecipare alla manifestazione di solidarieta’ di cittadini truffati dalle banche”, spiega Imposimato, che parla di una legge “criminogena”. “Noi siamo qui per dare voce” alle vittime, spiega la senatrice M5S Barbara Lezzi, che chiede “un confronto con il ministro Boschi”.

C’e’ anche Rosario Trefiletti della Federconsumatori a dare l’appoggio ai manifestanti. Non sono in tanti ma sembrano molto determinati.  “Trovate le soluzioni piu’ rapide possibili – dice Trefiletti – e sul primo canale, quello del risarcimento automatico sia aumentato il tetto imposto”. “Il Pd non rinneghi i suoi emendamenti, non ce li deve bocciare – dice una delle risparmiatrici della Cassa di Ferrara – se ce li bocciano sono come Giuda e ne abbiamo gia’ avuti abbastanza”. “Non e’ giusto che ci sia un rimborso di serie A e un rimborso di serie B”, interviene un altro manifestante e ancora la senatrice M5S, Lezzi: “Stanno offrendo loro l’80% del dovuto perche’ molti fra i risparmiatori non possono aspettare i tempi della giustizia. Lo puo’ fare chi e’ benestante ma gli altri no. Se riconoscono l’80% dei rimborsi significa che c’e’ stata una truffa, ma in questa maniera gli mettono il cappio al collo”. Mentre un risparmiatore toscano, di Lamporecchio, non esita a dire: se non vengono rispettate le nostre ragioni “noi gli facciamo – riferito al governo – la campagna elettorale per il referendum e le elezioni”. In Toscana hanno gia’ preso “una bella botta”, gli fa eco un’altra manifestante.

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