Dry Martini, pochi ingredienti e di qualità nella ricetta

2 giugno 2018

Pochi ingredienti e di qualità nella ricetta, ma anche il momento in cui si beve e le persone con cui lo si condivide: sono gli elementi fondamentali del cocktail perfetto per Javier de las Muelas, imprenditore e creatore di tendenze spagnolo. Tra i più importanti mixologist del mondo, ha aperto più di 30 cocktail bar nel mondo, come lo storico Dry Martini di Barcellona che dopo Madrid, Londra e Messico arriva in Italia, al Majestic Palace Hotel di Sant’Agnello di Sorrento.

Il primo Dry Martini italiano è frutto della collaborazione con i proprietari dell’hotel Giulia Rossano e Lucio d’Orsi: un progetto composto da un bar interno e una terrazza con vista sul golfo e sul giardino con limoni e ulivi secolari, ingredienti del Dry Martini. “Il fatto di essere qui a Sorrento deriva, come succede spesso nella vita, dal feeling tra le persone, in questo caso Giulia e Lucio, con cui c’è una comunione di idee” ha detto de Las Muelas. “Quando vedi un posto come questo, con questa varietà così incredibile di aromi, profumi, ingredienti, come gli ulivi secolari, i limoni, che poi sono gli ingredienti del Dry Martini, nasce una passione” ha detto Javier de las Muelas. L’importanza degli ingredienti è una delle caratteristiche del bar, che unisce il mood internazionale alle peculiarità locali. Manuel Greco, advocacy manager Italia e Grecia – gruppo Bacardi Martini: “Sorrento rappresenta l’Italia come vorremmo fosse rappresentata all’estero: grande qualità, mare, accoglienza, ospitalità, bere bene e mangiare sano e la grande tradizione napoletana di ospitalità, hotellerie, savoir fare che solo da queste parti e in Italia possiamo avere”.

Il concetto di bar secondo Javier de las Muelas va ben oltre quello di bere un cocktail: è un punto di incontro dove al centro ci sono i clienti. “Per me, detto con il dovuto rispetto, i bar sono come chiese, alcuni sono piccole parrocchie altre cattedrali, molto pochi nel mondo sono come il Vaticano. Sono luoghi di incontro che fanno parte della vita delle persone. Noi che lavoriamo in un bar o in cucina dobbiamo essere al servizio dei clienti, non sono d’accordo con l’idea che il barman o il mixologist sia la stella”. Le creatività è importante, ma non bisogna esagerare. “Mia moglie dice sempre: ho un marito molto creativo, mi crea molti problemi. Credo ci sia un eccesso di creatività, deve essere misurata in modo intelligente altrimenti i cocktail diventano insalate o alberi di Natale”. “Negli ultimi anni sono stati creati pochissimi cocktail rimasti nella storia, mi viene in mente solo il Cosmopolitan. I grandi cocktail come Americano, Gin Tonic, Negroni, hanno due o tre ingredienti, non è detto che averne di più dia più valore”. Il food pairing è stato protagonista della serata di inaugurazione del Dry Martini, con le tapas create dallo chef Mario Affinita. L’hotel Majestic Palace ospita anche don Geppi, il ristorante stellato più piccolo d’Italia, pensato e voluto per accogliere solo 12 ospiti.

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