Escalation Iran-Israele, saltano i colloqui sul nucleare Usa-Teheran. Putin chiama Trump
L’Oman annuncia lo stop ai negoziati previsti per oggi. Il capo della Casa Bianca conferma: “L’Iran vuole ancora un accordo”. Attacchi reciproci causano vittime e colpiscono infrastrutture strategiche
Donald Trump e Vladimir Putin
L’escalation militare tra Iran e Israele ha causato la sospensione dei colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Teheran, inizialmente previsti per oggi. L’annuncio è arrivato dall’Oman, che fungeva da mediatore nei delicati negoziati, mentre la tensione nella regione raggiunge livelli critici dopo una notte di attacchi che ha provocato tre morti e circa 80 feriti secondo il servizio medico israeliano.
Attacchi notturni: Israele colpisce Teheran per la prima volta
Gli attacchi iraniani della notte hanno causato diverse vittime, con alcune persone ferite gravemente. La risposta israeliana ha segnato una svolta significativa nel conflitto: per la prima volta dall’inizio della guerra, Israele ha colpito schieramenti difensivi nell’area di Teheran, a oltre 1.500 chilometri dal proprio territorio. I raid hanno raggiunto anche zone sensibili vicino alla residenza della guida suprema iraniana Khamenei e del palazzo presidenziale.
L’esercito iraniano ha risposto con una minaccia senza precedenti, annunciando l’intenzione di utilizzare 2.000 missili nei prossimi attacchi, un numero venti volte superiore ai missili lanciati finora. La dichiarazione sottolinea l’intensificarsi del confronto militare tra i due Paesi.
Infrastrutture strategiche nel mirino
Tra gli obiettivi colpiti figura una raffineria strategica nella città portuale di Kangan, nel sud dell’Iran. L’attacco con drone israeliano ha provocato una potente esplosione e un vasto incendio nella sezione 14 del giacimento di gas South Pars, uno degli impianti energetici più importanti del Paese, situato nella provincia di Bushehr sul Golfo Persico.
Un altro raid ha colpito un’ambulanza nel nord-ovest dell’Iran, vicino al confine turco, causando due morti secondo la Mezzaluna Rossa iraniana. L’agenzia Tasnim ha riferito che i soccorritori diretti verso la caserma Al-Mahdi nella città di Ourmia sono stati attaccati direttamente dalle forze israeliane.
Trump: “L’Iran vuole ancora fare un accordo”
Nonostante l’escalation militare, il presidente americano Donald Trump ha dichiarato alla rivista The Atlantic che l’Iran “vuole ancora fare un accordo” con gli Stati Uniti sul programma nucleare. Trump ha sottolineato un punto cruciale: “A quanti dicono di volere la pace, non si può avere la pace se l’Iran ha un’arma nucleare”.
La diplomazia internazionale si è attivata attraverso una telefonata tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin. La Casa Bianca ha confermato il colloquio, iniziato con gli auguri di compleanno di Putin a Trump ma concentratosi principalmente sulla crisi iraniana.
Un colloquio telefonico “di circa un’ora” durante il quale, entrambi i leader hanno espresso preoccupazione per l’escalation tra Iran e Israele, senza escludere “un ritorno al negoziato sul programma nucleare iraniano”. Trump ha anche fatto riferimento al conflitto ucraino: “Lui ritiene, come me, che questa guerra tra Israele e Iran dovrebbe finire. Al che gli ho spiegato che anche la sua guerra dovrebbe finire”.
Il consigliere del Cremlino per la politica estera, Iuri Ushakov, ha riferito che la Russia “ha espresso la sua disponibilità a proseguire i negoziati con gli ucraini, come concordato, dopo il 22 giugno”. Trump “ha preso atto di questa informazione e ha ribadito il suo interesse per la più rapida conclusione del conflitto russo-ucraino”.
Reazioni internazionali e appelli alla de-escalation
Papa Leone XIV ha lanciato un appello a Israele e Iran affinché facciano prevalere “la responsabilità e la ragione”. In Italia, le opposizioni hanno chiesto un’informativa del ministro degli Esteri Tajani alle commissioni Esteri riunite di Camera e Senato dopo l’attacco israeliano all’Iran.
La Cina ha assunto una posizione netta attraverso il ministro degli Esteri Wang Yi, che ha “condannato con fermezza la violazione da parte di Israele della sovranità, della sicurezza e dell’integrità territoriale dell’Iran”. Pechino ha definito l’attacco agli impianti nucleari “un precedente pericoloso” con “conseguenze catastrofiche”, ribadendo che “qualsiasi controversia internazionale debba essere risolta attraverso il dialogo e la consultazione”.
Impatti collaterali del conflitto
L’escalation ha avuto ripercussioni anche nel mondo dello sport: l’attaccante iraniano dell’Inter Mehdi Taremi non è riuscito a partire per gli Stati Uniti per raggiungere il ritiro della squadra in California a causa della situazione geopolitica.
La crisi attuale evidenzia la fragilità degli equilibri mediorientali e l’urgenza di una soluzione diplomatica che possa scongiurare un conflitto su più ampia scala, mentre la comunità internazionale cerca di mediare tra le parti per evitare un’ulteriore escalation nella regione.