Esplosione Radicale, il Partito sfratta gli “Italiani” di Bonino. Ed è guerra aperta

Esplosione Radicale, il Partito sfratta gli “Italiani” di Bonino. Ed è guerra aperta
11 febbraio 2017

E’ rottura tra le due anime dei radicali, cosiddette ‘pannelliani’ e ‘boniniani’. E così a meno di un anno dalla morte di Marco Pannella, esplode la galassia radicale. Una lunga mail a tutti gli iscritti comunica che dal primo marzo la sede storica del Partito Radicale di via di Torre Argentina sarà off limits per i Radicali Italiani. E’ l’iniziativa presa dalla presidenza del Partito Radicale Transnazionale, che colpisce l’associazione di Emma Bonino (foto) e Riccardo Magi (foto). In prima fila nell’operazione sfratto Rita Bernardini e Maurizio Turco, con quest’ultimo che nel filo diretto su Radio Radicale spiega: “La questione è semplice. C’è stato un Congresso”, quello tenutosi a Rebibbia, che “ha deciso alcune cose” ovvero le campagne per “il diritto alla conoscenza, per la giustizia e l’amnistia, per gli Stati Uniti d’Europa. Tutti sono legittimati ad avere altri obiettivi – dice riferendosi ai Radicali Italiani di Bonino e Magi – ma le nostre campagne le ha decise il congresso”.

LA EMAIL E se si vogliono perseguire altri obiettivi, è il senso della mail, non lo si faccia con i mezzi del PRT. E poi l’accusa più pesante: “Sembra quasi si voglia riscrivere la storia del partito in assenza di Pannella. Quel partito non c’è più. Oggi restano le regole, ma non esistono eredi di Pannella”, dice Turco. Che chiude così: “Stiamo tentanto di tenere in piedi il partito del congresso. A me interessa solo avere 3.000 iscritti entro il 31 dicembre, altrimenti il partito muore ed è un problema per il Paese”, visto che “si parla dei Radicali solo quando ci sono problemi tra i Radicali e non per le nostre battaglie politiche”.  Taglia corto Emma Bonino che da Sky, in merito allo ‘sfratto’, tuona: “Io una casa ce l’ho: e’ la casa radicale, ce l’ho da 50 anni. Semmai cerco una sede, ma la casa politica ce l’ho da 50 anni e quella resta: sono un’appassionata e convinta radicale”. La replica di Riccardo Magi, che dei Radicali Italiani è segretario, arriva con un collegamento telefonico con RaiNews24: “Per ora c’è solo una lunga e-mail che ci dice che da marzo la sede storica sarà usata in modo diverso. Lo strappo è che il patrimonio e Radio radicale, finora usati per consentire a tutti” i componenti del vasto arcipelago radicale “di fare politica, vengono ora usati in maniera proprietaria e privata. è doloroso e triste ma noi continueremo sui nostri obiettivi”. Come reagiranno ora i Radicali Italiani? “Valuteremo quando ci saranno atti formali, per ora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione formale ma è una semplice comunicazione agli iscritti”, spiega Magi, che poi affonda: “Finché c’era Pannella questa cosa non sarebbe mai potuta avvenire: gli asset erano garanzia per tutti, non venivano usati per espellere nessuno”.  Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto della Vedova: “Io sono iscritto sia al Partito Radicale sia ai Radicali Italiani: penso si debba lavorare insieme”.

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CAPPATO “Non esiste la possibilita’ di espulsione dei singoli dall’organizzazione. Quindi, bisognerebbe evitare di realizzare una sorta di autodistruzione, proprio in questo momento in cui tutti i partiti sono in crisi”. Cosi’ il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, sullo sfratto dalla sede romana che ha segnato la rottura tra i Radicali Italiani e il Partito Radicale. “Mai come in questo momento c’e’ bisogno degli obiettivi dei radicali: di questo dovrebbero occuparsi, invece che di sfratti e scissioni”. Sfrattati? “Siamo stati sfrattati dal nulla: non mi risulta. Si c’e’ stata una lettera agli iscritti ma a noi non e’ arrivata alcuna comunicazione”, ha detto con riferimento dallo sfratto dalla sede romana da parte del partito radicale. “Credo che ciascuno cerchi di portare avanti obiettivi che non vedo in contraddizione: il problema e’ di chi li vede in contraddizione”, ha continuato Cappato. “Io continuero’ a essere iscritto” al partito radicale, e il “problema e’ che in questo partito e’ sospeso lo statuto” occorrerebbe “interrompere la sospensione dello statuto”. “Queste questioni andrebbero affrontate nelle sedi istituzionali del partito”. A chi gli chiedeva se ritiene che con Marco Pannella cio’ non sarebbe successo, Cappato ha risposto: “Non faccio mai l’errore di avere la presunzione di sapere cosa farebbe Pannella”.

 

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