Ex ministro egiziano denuncia: “Polizia italiana mi trattiene”

Ex ministro egiziano denuncia: “Polizia italiana mi trattiene”
Il ricercatore italiano, Giulio Regeni
2 agosto 2018

Un ex ministro egiziano e noto oppositori al regime del presidente Abdel Fattah al Sisi, Mohamed Mahsoob, ha postato su twitter un video nel quale afferma di essere “trattenuto” dalla polizia italiana “dietro richiesta del governo” del Cairo per essere “consegnato” alle autorità del suo Paese.

Il video è stato ripreso questa mattina dai media arabi, tra cui la tv satellitare al Jazeera che apre il suo sito on-line con questa notizia, titolando: “L’Italia sequestra un ministro del governo Morsi (il presidente islamico destituito, ndr), vuole scambiarlo con gli assassini di Regeni?”. Il commissariato di Comiso contattato da askanews, non ha confermato né smentito la notizia del fermo che sarebbe avvenuto stamane. “La Polizia italiana mi sta trattenendo da 3 ore nei pressi della città di Catania dopo la richiesta delle autorità egiziane di consegnarmi e si rifiuta di rivelarmi le accuse rivolte contro di me”, ha scritto sul proprio account twitter l’ex ministro Mohammed Mahsoob.

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Subito dopo lo stesso Mahsoob ha postato un video nel quale ha affermato: “In questo momento sono sequestrato nel commissariato della polizia di Comiso, nella provincia di Ragusa” con “accuse penali prefabbricate”. L’emittente satellitare al Jazeera afferma di aver contattato telefonicamente l’ex ministro il quale ha confermato che “è stato prelevato stamane dal suo albergo”. Askanews ha contattato il Commissariato di Comiso, che ha confermato l’arresto di una persona di origini egiziane, il cui cognome però non corrisponde a quello dell’ex ministro.

“Dietro un mandato di cattura abbiamo fermato oggi un cittadino italiano di origini egiziane e residente in Francia, ma il cognome di questa persona non corrisponde a Mahsoob”, come ha detto un dirigente del Commissariato al telefono. Il dirigente non ha potuto quindi riferire i capi d’accusa contro questa persona. Ma al Jazeera, che è un’emittente vicina alla Fratellanza Musulmana dell’opposizione egiziana, ha subito insinuato che dietro l’arresto potrebbe esserci “uno scambio” con le autorità del Cairo con “gli assassini di Giulio Regeni”, lo studente italiano trovato cadavere nel febbraio 2016 alla periferia del Cairo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. askanews

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