Farnesina impegnata a risolvere questione nave Saipem. Turchia: responsabilità greco cipriota

Farnesina impegnata a risolvere questione nave Saipem. Turchia: responsabilità greco cipriota
11 febbraio 2018

La Farnesina segue al piu’ alto livello, in raccordo con le propri rappresentanze diplomatiche a Nicosia ed Ankara, la vicenda della nave ‘Saipem 12000′, cui le autorita’ turche non consentono, al momento, di proseguire la navigazione verso l’area di destinazione, esperendo tutti i possibili passi diplomatici per risolvere la questione.  La piattaforma dell’Eni ha dovuto interrompere venerdì scorso il viaggio verso Cipro, come la stessa Evi aveva confermato allora: “La Saipem 12000 ha dovuto interrompere il viaggio verso una nuova location da perforare in quanto bloccata da alcune navi militari turche con l’intimazione a non proseguire perche’ sarebbero in corso attivita’ militari nell’area di destinazione”. Area dove il gruppo ha in programma trivellazioni contestate da Ankara. L’Eni aveva aggiunto che “il mezzo ha prudentemente eseguito gli ordini e rimarra’ in posizione in attesa di un’evoluzione della situazione. La Saipem 12000 ha in programma attivita’ di perforazione per conto di Eni nel blocco 3 nelle acque della Zona Economica Esclusiva della Repubblica di Cipro”. Nei giorni scorsi lo stesso  presidente turco Recep Tayyip Erdogan, incontrando il presidente Sergio Mattarella ed il premier Paolo Gentiloni a Roma, aveva espresso le sue “preoccupazioni riguardo all’Eni” per “le iniziative nel Mediterraneo orientale” su licenza del governo di Cipro. Secondo Erdogan, come ha riferito la stampa turca, “i lavori (di esplorazione) del gas naturale in quella regione rappresentano una minaccia per Cipro nord e per noi”.

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A sostegno dell’Italia, anche il governo di Cipro che sta compiendo “tutti i passi diplomatici necessari” per evitare un’escalation nella Zona economia esclusiva (Zee) dell’isola, ha dichiarato oggi il presidente cipriota Nicos Anastasiades. “E’ con dolore che stiamo osservando le azioni della Turchia nelle ultime ore”, ha aggiunto Anastasiades. In precedenza il ministero degli Esteri turco aveva dichiarato in una nota che la responsabilita’ per qualsiasi tensione nella Zee di Cipro e’ da attribuire all’amministrazione greco-cipriota dell’isola, che continua le sue attivita’ “unilaterali” di sfruttamento degli idrocarburi nel Mediterraneo orientale. “Nonostante tutti i nostri avvertimenti, l’amministrazione greco-cipriota continua le sue attivita’ unilaterali legate agli idrocarburi nel Mediterraneo orientale. Lo fa in spregio dei diritti inalienabili sulle risorse naturali del popolo turco-cipriota, che sono i comproprietari dell’isola”, si legge nella dichiarazione. “Di conseguenza, la responsabilita’ per qualsiasi tensione che potrebbe insorgere ricadra’ sulla parte greco-cipriota che, invece di impegnarsi per una soluzione giusta e duratura a Cipro, continua a comportarsi come se fosse l’unica proprietaria dell’isola e a portare avanti le sue attivita’ unilaterali legate agli idrocarburi”, prosegue la nota. “Questo atteggiamento, che rischia di mettere a repentaglio la sicurezza e la stabilita’ della regione del Mediterraneo orientale, e’ in realta’ la ragione fondamentale del fallimento dei negoziati. Finche’ l’amministrazione greco-cipriota continuera’ le sue attivita’ unilaterali legate agli idrocarburi, rimarra’ evidente quanto essa sia lontana dal percepire i turco-ciprioti come loro partner paritari”, conclude il comunicato.

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