Film Commission, no a scarcerazione dei due contabili della lega

Film Commission, no a scarcerazione dei due contabili della lega
Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni
2 ottobre 2020

Restano agli arresti domiciliari i contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Lo ha deciso il Tribunale del Risame di Milano respingendo la richiesta di revoca della misura cautelare presentata nei giorni scorsi dal loro difensore, l’avvocato Piemaria Corso. Secondo i giudici del collegio presieduto da Maria Cristina Mannocci, nei confronti di Di Rubba (ex presidente di Lombardia Film Comission e attuale direttore amministrativo della Lega al Senato) e di Manzoni (revisore dei conti del Carroccio alla Camera) sussistono esigenze cautelari tali da giustificare la misura degli arresti domiciliari.

I due contabili, arrestati il 10 settembre scorso insieme al commercialista Michele Scillieri (titolare dello studio milanese dove nel 2017 venne registrato il movimento “Lega per Salvini premier”), sono accusati di turbata libertà nella scelta del contraente e peculato per la compravendita a prezzi gonfiati di un capannone di Cormano, comune alle porte di Milano, destinato a divetare la sede della fondazione regionale per la promozione del patrimonio cinematografico lombardo.

Secondo quanto ricostruito nelle indagini condotte dal pm Stefano Civardi e dal procuratore Eugenio Fusco, i due contabili della Lega sarebbero stati gli artefici, insieme a Scillieri e al presunto prestanome Luca Sostegni (in carcere dal luglio scorso per estorsione) dell’operazione che a fine 2017 portà la fondazione regionale a sborsare 800 mila euro di denaro pubblico per l’acquisto dell’immobile di Cormano. Un capannone rilevato 11 mesi prima per 400 mila euro dalla Andromeda, società immobiliare riconducibile a Scillieri, dalla Paloschi, società in liquidazione amministrata da Sostegni, che tuttavia non incassò mai nessun guadagno da quell’operazione.

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I pm ritengono che i tre commercialisti si siano spartiti tra loro almeno 500 mila euro, mentre altro denaro sarebbe stato trasferito all’estero attreverso operazioni finanziarie sospette: circa 400 mila euro sarebbero stati depositati in conto corrente svizzero intestato a una fiduciaria panamese, mentre altri soldi finiti in Russia per un’investimento immobiliare effettuato da Francesco Baracchetti, l’imprenditore edile bergamasco finito nel mirino degli inquirenti milanesi anche alla luce del boom di commesse ricevute negli ultimi anni dalla Lega per un totale di circa 1,5 milioni di euro.

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