Fmi: l’Italia ha conti sotto controllo ma crescita fanalino coda in Ue. RdC va modificato

Fmi: l’Italia ha conti sotto controllo ma crescita fanalino coda in Ue. RdC va modificato
29 gennaio 2020

Conti pubblici sotto controllo ma crescita economica a rilento in Italia, con le previsioni più basse di tutta l’Unione europea che rendono il Paese maggiormente esposto ai rischi di eventuali shock negativi, visto l’elevato debito pubblico. Per questo, nel rapporto conclusivo della missione annuale nella Penisola, gli ispettori del Fondo monetario internazionale raccomandano da un lato un “un ampio pacchetto di riforme per rilanciare crescita e resilienza” dell’economia. Dall’altro una strategia di risanamento che sia “credibile” sul medio termine. Il documento, che dovrà essere discusso dal direttorio del Fondo a metà marzo, pronostica un più 0,5% del Pil nel 2020 e una crescita dello 0,6%-0,7% negli anni successivi, in linea con le cifre fornite lo scorso 20 gennaio durante il Wef a Davos. “Queste previsioni sono le più basse nell’Ue – scrivono gli ispettori – a riflesso del debole potenziale di crescita”.

Quindi la “principale priorità”, proseguono, è mettere in piedi una serie di riforme in una fase in cui si può anche trarre beneficio dai bassi tassi di interesse e che secondo l’istituzione internazionale consentirebbero di guadagnare fino a 6-7 punti di Pil supplementare nell’arco di un decennio. La prima che viene elencata è quella della liberalizzazione dei mercati dei prodotti e dei sevizi, con maggiore concorrenza su professioni, commercio e servizi locali. Secondo la relazione degli ispettori del Fmi, guidati dal capo missione in Italia Rishi Goyal, bisogna poi intervenire sul mercato del lavoro dove a dispetto della moderazione salariale degli ultimi anni permane un divario sull’andamento delle buste paga rispetto alla produttività. Questo riguarda anche le procedure sui rinnovi contrattuali, su cui viene consigliata una “modernizzazione” che punti principalmente a accordi su base aziendale.

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Un eventuale schema di salario minimo andrebbe differenziato su base regionale mentre andrebbero studiando benefici fiscali e contributivi ai lavoratori con figli o anziani a carico. Serve poi una razionalizzazione delle aziende a controllo statale, in particolare sulle procedure di assegnazioni di appalti o gare di acquisto. Secondo il Fmi la riforma del processo fallimentare e l’intento di rivedere la procedura dei processi civilistici rappresentano “passi positivi”, ma le regole sulle crisi delle grandi aziende andrebbero integrate maggiormente nelle procedure concorsuali generali. Poi c’è il capitolo redddito di cittadinanza che si rivolge ai “piu’ vulnerabili”. Tuttavia, per Fmi, “il beneficio e’ ben al di sopra dei parametri di riferimento internazionali; diminuisce troppo rapidamente a seconda delle dimensioni della famiglia, penalizzando i nuclei piu’ numerosi e piu’ poveri; inoltre viene meno bruscamente se si accetta un’offerta di lavoro, anche a basso salario. Queste caratteristiche dovrebbero essere allineate alle migliori pratiche internazionali per evitare disincentivi al lavoro e condizioni di dipendenza assistenzialistica”.

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