Tutte le contraddizioni del centrodestra, mezzo al governo e mezzo all’opposizione, esplodono sulle nomine Rai. Matteo Salvini tiene il punto sull’indicazione di Marcello Foa a presidente della Rai ma Silvio Berlusconi ribadisce che Forza Italia non l’ha votato la prima volta – ieri – in commissione di Vigilanza e non lo voterà nemmeno una seconda, nel caso il nome del giornalista venga riproposto dal governo giallo-verde.
Dove, per la verità, l’altro vice premier Luigi Di Maio, ha certezze molto meno granitiche sulla candidatura di Foa il cui nome “tornerà in commissione solo se c’è un’intesa tra le forze politiche” perché non si può “ignorare la Vigilanza”. Di Maio, insomma, pare guardare già oltre: se non c’è intesa sul nome di Foa, avanti un altro.
Ma la partita è – al di là della soluzione che si troverà per la presidenza dell’azienda radiotelevisiva pubblica – squisitamente interna al centrodestra. E finisce, almeno per ieri, con la dura reazione di Salvini secondo il quale “Forza Italia ha scelto il Pd per provare a fermare il cambiamento, per la Rai, per il taglio dei vitalizi e per altro ancora”. Subito dopo il voto della Vigilanza che boccia Foa parte il balletto del ‘chi sta con chi’ rievocando l’ombra del patto del Nazareno: il Carroccio accusa Fi di aver “preferito l’asse con il Pd” a quello con l’alleato tradizionale, ma gli azzurri ribattono che “l’unico asse di cui siamo profondamente rammaricati è quello tra Lega e Cinquestelle” che ha “violato la legge sulla Rai”.
A nulla vale l’incontro, svoltosi, secondo fonti della Lega “in modo sereno e pacato”, tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Il leader del Carroccio è andato stamani a trovare il Cav all’ospedale San Raffaele e si è discusso anche di Rai ma le posizioni sono rimaste distanti: non solo Fi non ha votato ieri il nome di Foa ma, assicura Berlusconi, non lo farà nemmeno in futuro.
Insomma gli azzurri chiedono di fatto di “azzerare tutto” e di riaprire un confronto su un altro nome e con un metodo condiviso, cosa invocata anche da Fratelli d’Italia che invece Foa l’ha votato. Intanto il Cda della Rai ha preso atto della bocciatura incassata dal giornalista in Vigilanza – con Pd, Leu e Fi che non hanno votato facendogli così mancare la maggioranza di due terzi, 27 voti – e ha rinviato alla seduta di domattina alle 11 il nodo. Quale consiglio potrà portare la notte è tutto da vedere. Salvini al solito è abile nel doppio ruolo di vice premier ed azionista di quello che dal 4 marzo è il “principale partito del centrodestra”.
E lui non manca di ricordarlo agli alleati azzurri parlando di “sondaggi” ed “elettori con le idee chiare”. Ma poco prima della nota con cui il Cav ribadisce il ‘no per sempre’ a Foa il leader del Carroccio aveva anche sostenuto che “l’alleanza con i 5 Stelle è di Governo, per le altre scadenze elettorali la Lega è protagonista del centrodestra. Noi siamo convinti di questo. Berlusconi è convinto di questo. Ne ho parlato lungamente con lui stamattina”.
Certo, attacca, “c’è qualcuno in Forza Italia che invece ha altre ambizioni, si chiariscano”, ci sono “altri del centrodestra che votano con il Pd. Una volta, due, tre, alla quarta volta vorrà dire che qualcuno preferisce il Pd alla Lega”. Quale sarà, al di là delle dichiarazioni, l’effetto concreto dello strappo sul centrodestra lo si vedrà solo nei prossimi giorni. Le opposizioni, intanto, sono sul sentiero di guerra: se dopo tutto questo la candidatura di Foa verrà riproposta il Pd minaccia di salire al Colle e qualcuno è pronto anche a “incatenarsi” per protesta.
Parte quindi il tam tam di chi chiede le dimissioni di Foa sostenendo che dopo quanto avvenuto in Vigilanza non sia più legittimato neppure a restare come consigliere semplice. La maggioranza non ne vuole sentire parlare e lo investe anzi del ruolo di “consigliere anziano” tenuto, al momento, a presiedere le riunioni. Figura che, tuonano i dem, plaudendo, Maurizio Martina in testa alla “vittoria del Parlamento, “non esiste”.