Giudici amministrativi, taglio Tar è inutile e costoso

20 giugno 2014

La chiusura delle sezioni staccate dei Tar e’ un “bluff”, “un’operazione costosa e inutile”. E’ quanto sostiene l’Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma). L’Associazione ha elaborato un dossier in cui elenca le diverse criticita’ e contraddizioni che scaturirebbero dal decreto legge del Governo che prevede la chiusura delle sedi distaccate dei Tar. L’Anma nel documento contesta la mancanza di dialogo anche di fronte all’invio di un pacchetto di proposte. In questo modo, “sono rimasti nel cassetto gli spunti costruttivi avanzati in merito anche all’eliminazione del trattenimento in servizio, alle spese e alle sanzioni per liti temerarie, al sistema di incompatibilita’ dei magistrati amministrativi, al rito degli appalti pubblici”. “Incomprensibile anche l’utilizzo della decretazione di urgenza, sulla quale pende sin da ora un chiaro profilo di illegittimita’”.

Ma soprattutto, denuncia l’Anma, “non si comprende la ratio di questo provvedimento che colpisce solo otto sedi, tutte in grandi citta’: Catania, Lecce, Reggio Calabria, Salerno, Latina, Pescara, Parma, Brescia, con carichi di lavoro cospicui e di grande impatto sul contenzioso. Non solo, “in tutte le sedi staccate, l’arretrato si e’ ridotto, negli ultimi anni, in percentuali rilevantissime che vanno dal 70% al 15%; ad esempio, presso il Tar Brescia, nel 2007 erano pendenti 12.000 ricorsi e oggi poco piu’ di 4.000; presso il Tar Reggio Calabria, i ricorsi pendenti erano piu’ di 12.000 nel 2009 e oggi sono poco piu’ di 4100; presso il Tar Catania che, pur sede staccata, e’ per dimensioni il quarto d’Italia, l’abbattimento dell’arretrato, dal 2009, e’ stato di oltre 9.000 fascicoli pendenti su 63.000”. Come si sottolinea nel dossier, “nulla a che vedere, quindi, con le sezioni distaccate dei Tribunali ordinari e con gli stessi Tribunali di recente soppressi, tutti situati in piccoli centri urbani”.

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