Governo avvia il referendum, la riforma della Giustizia al voto degli italiani
Il ministro Nordio difende la riforma, mentre l’opposizione la contesta. La campagna per la raccolta firme è partita sabato, con clima politico già surriscaldato.
Carlo Nordio
Il governo Meloni ha avviato la campagna per il referendum sulla riforma della Giustizia, dopo l’approvazione parlamentare della legge. Ministri e opposizione si scontrano sull’impatto della riforma, che prevede la separazione delle carriere dei magistrati. I comitati hanno iniziato la raccolta firme.
Il ministro Carlo Nordio ha definito la riforma “normale” per una democrazia. “Non c’è assoggettamento della magistratura alla politica”, ha dichiarato. Nordio ha assicurato che non si dimetterebbe in caso di vittoria del No, pur ammettendo una possibile delusione personale.
Conte: “Ritorniamo alla casta”
Il presidente M5S Giuseppe Conte accusa l’esecutivo di “rendere intoccabili i politici”. Contesta la priorità data alla riforma, a suo dire slegata dai problemi economici dei cittadini. “Non si preoccupa del crollo dei salari reali”, ha affermato.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ribadito l’obiettivo di una “giustizia con la G maiuscola”. I pubblici ministeri rimarranno liberi, secondo lui, mentre si elimina l’influenza delle correnti nel Consiglio Superiore della Magistratura.
La riforma divide l’opposizione
Il clima tra i sostenitori e gli oppositori è teso. Angelo Bonelli di Avs accusa la destra di “ingannare gli italiani”. Per Chiara Gribaudo del Pd sono da contestare sia “il metodo” che “il contenuto” della riforma.
Martedì Forza Italia depositerà le prime firme raccolte. Il presidente dei senatori Maurizio Gasparri punta ad “abolire la spartizione correntizia del Csm”. L’obiettivo dichiarato è ridare “prestigio e indipendenza” alla magistratura.
I dubbi dei moderati sulla riforma
Saverio Romano di Noi moderati difende il principio della separazione delle carriere. “Non significa punire alcuno”, ha precisato, “ma ripristinare il principio che il giudice sia terzo”. Scetticismo arriva da Italia Viva e Più Europa, favorevoli alla separazione ma critici sull’impostazione data.
La campagna referendaria si annuncia tecnica solo in superficie. Gli schieramenti promettono massimo impegno per sensibilizzare l’opinione pubblica sul voto, che potrebbe tenersi già nella prossima primavera.
