Governo Usa perde la “guerra” con dipendente Sigonella, il Tribunale: “Va risarcito”

Governo Usa perde la “guerra” con dipendente Sigonella, il Tribunale: “Va risarcito”
23 agosto 2016

Gli Stati Uniti sono scesi in ‘guerra’ alle pendici dell’Etna: da anni combattono una battaglia legale con un ex dipendente della base militare di Sigonella, licenziato nel 2000, che per il Tribunale di Catania, con sentenza passata in giudicato ed esecutiva dal 2014, va risarcito con 600mila euro e riassunto. Ma lo ‘scontro’ di carte bollate non si ferma. Neppure dopo un pignoramento eseguito il 9 luglio scorso di un supermercato per concorrere al risarcimento stabilito dal giudice: 1,1 milioni di dollari. Il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha presentato quattro ricorsi chiedendo di annullare il pignoramento del supermercato ‘Commissary Store’ di proprietà del governo Usa nella base militare di Sigonella. Il suo contenuto, escluso frutta e carne, stimato in 1,1 milioni di dollari, dovrà essere venduto per pagare il debito dell’amministrazione con un suo ex dipendente licenziato nel 2000, Carmelo Cocuzza, un vetrinista che ha vinto la causa per ingiusto licenziamento col governo statunitense. Ma il Tribunale civile di Catania ha rigettato il ricorso principale, condannando il governo Usa al pagamento delle spese processuali. La vicenda ha inizio 16 anni fa con il licenziamento di Cocuzza e un’altra dipendente americana della base militare di Sigonella. La collega di Cocuzza viene reintegrata dopo 30 giorni, mentre per lui parte la trafila burocratica e giudiziaria. Nel 2014 la Cassazione conferma che Cocuzza è stata licenziato ingiustamente e ha quindi diritto al reintegro sul posto di lavoro. Secondo i vertici di Sigonella, Cocuzza avrebbe contraffatto i cartellini di entrata e uscita dal posto di lavoro, accusa rigettata dai giudici in tutti e tre i gradi di giudizio.

Il Dipartimento americano, tramite la sua rappresentante in Europa, ha ritirato gli altri ricorsi, ma i legali che rappresentano gli Stati Uniti hanno chiestola sospensione del pignoramento. Una nuova udienza si è svolta stamattina. Il Tribunale si è riservato di decidere. Nelle more il Dipartimento della Giustizia Usa ha fatto notificare un altro ricorso: quello contro la riassunzione di Cocuzza. L’udienza è stata fissata per il prossimo novembre. Un ‘bombardamento di carte bollate, insomma, che tuttavia non spaventa Cocuzza. “Anche se sono sommerso dalle carte – dice – non mi fermo: mi sento come Davide contro Golia, spero che la fine della storia sia la stessa, ma non per me, bensì per la legge e la giurisdizione italiana”. “Mi chiedo ancora – osserva Cocuzza, 50 anni – dopo 16 anni che ‘combatto’ questa battaglia legale, cosa devo ancora fare perché un mio diritto venga riconosciuto, mentre questi continuano a ‘perseguitarmi’ nonostante siano stati condannati più e più volte”. Per questo Cocuzza chiede al prefetto di Catania, Maria Guia Federico, “un intervento urgente con i ministri della Giustizia e degli Esteri: esistono trattati internazionali e bilaterali con gli Usa che – sottolinea Cocuzza – impongono l’obbligo del rispetto delle nostre leggi e della nostra giurisdizione”.

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