“Il grande spirito”, Rubini: i tarantini sono come i pellerossa

4 maggio 2019

Uno è un rapinatore balordo e malmesso che cerca di scappare con una valigia di soldi, l’altro un disadattato che crede di essere un pellerossa. Quando si incontrano in qualche modo si alleano e le loro vite prendono un’altra piega. Sergio Rubini nel suo nuovo film, “Il grande spirito”, ha voluto accanto a sé Rocco Papaleo per interpretare quel personaggio stralunato. I due formano una coppia perfetta, in un film che è una commedia con molti accenti poetici. “E’ l’incontro di due personaggi estremi, molto diversi. E’ una storia di amicizia, una storia buffa, anche perché questi personaggi che vedono il mondo così diverso si scontrano in qualche modo e producono dell’ironia”.

Le ciminiere e i fumi dell’Ilva fanno da sfondo al film, che Rubini ha voluto ambientare a Taranto. “Quella roba lì è esattamente un po’ come la Western Pacific quando fu costruita la ferrovia: rovinò il territorio, sgominò totalmente una minoranza etnica, e in fondo i tarantini sono degli indiani e l’Ilva è la Western Pacific”. Nel film Rubini, Papaleo e la coprotagonista Ivana Lotito parlano in un dialetto che rende più credibili i personaggi. “Io volevo raccontare dei personaggi veri, volevo raccontare come dentro questi personaggi degradati, dentro questi ultimi, comunque c’è sempre una lampadina che s’accende. Per cui volevo che quel degrado fosse autentico. L’augurio è quello di averla nobilitata questa lingua, proprio perché l’abbiamo raccontata autenticamente, così come è”. Papaleo, che avevamo visto insieme a Rubini anche ne “I moschettieri del re”, ironizza: “Per rivitalizzare un po’ il cinema di Rubini sono stato chiamato. Lui è un talento assoluto, è geniale, però non è riuscito fino ad oggi ad esprimerlo, e quindi c’è stato bisogno del mio arrivo nella sua storia”.

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