“Grattatina” in auto, da oggi ti costa 380€ | Tutta colpa dell’intelligenza artificiale: ti spiavano e non lo sapevi

Mani in testa in auto -(motorionline) - IlFogliettone.it

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Multa salatissima, da 380 euro, per una semplice grattatina per un errore fatto dall’intelligenza artificiale.

Un gesto banale, istintivo e completamente innocente ha trasformato un automobilista olandese in un “colpevole” di infrazione al codice della strada. È la storia di Tim Hanssen, che mentre guidava lungo l’autostrada A2 nei pressi di Weert, si è grattato la testa con la mano destra. Nulla di strano, se non fosse che proprio in quel momento è stato immortalato da una telecamera dotata di intelligenza artificiale, la quale ha erroneamente identificato il gesto come l’uso del cellulare alla guida. Il risultato? Una multa da 380 euro.

In Olanda, le autorità hanno adottato da tempo le cosiddette telecamere Monocam, strumenti sofisticati capaci di operare in ogni condizione climatica e in diverse ore del giorno. Queste telecamere, integrate con algoritmi di riconoscimento, hanno il compito di individuare automaticamente comportamenti pericolosi alla guida, in particolare l’uso del cellulare. Il sistema è pensato per agire in tempo reale, segnalando i casi sospetti che successivamente dovrebbero essere verificati manualmente dagli agenti.

Tuttavia, l’efficienza tecnologica non è sinonimo di infallibilità. Nel caso di Hanssen, l’algoritmo ha interpretato il gesto innocuo del grattarsi la testa come una violazione del codice della strada. L’errore sembra derivare dal fatto che l’intelligenza artificiale sia stata addestrata su immagini simili, in cui le mani vicino all’orecchio venivano associate all’uso di un dispositivo mobile. Questo ha portato a una generalizzazione sbagliata e a una sanzione completamente infondata.

Ciò che rende ancora più grave la vicenda è che il sistema di controllo prevede una seconda fase in cui gli agenti umani analizzano le immagini sospette. In teoria, questa verifica dovrebbe garantire l’affidabilità del processo. Ma nel caso di Hanssen anche l’occhio umano ha fallito, confermando una violazione che, osservando meglio, era del tutto inesistente. La mancanza di attenzione nel controllo manuale ha quindi aggravato le conseguenze dell’errore iniziale.

La voce di un esperto contro l’automazione cieca

Ironia della sorte, Tim Hanssen lavora proprio nel campo dello sviluppo di algoritmi per l’elaborazione delle immagini. Sul sito Nippur ha spiegato tecnicamente i limiti del sistema che lo ha penalizzato. Secondo lui, il modello utilizzato è troppo rigido nelle sue interpretazioni e non tiene conto delle infinite varianti dei gesti umani. La mancanza di un contesto rende l’algoritmo incapace di distinguere tra comportamenti simili ma totalmente diversi nei contenuti.

La vicenda di Hanssen apre un dibattito importante sull’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi di sorveglianza e controllo. Se da un lato la tecnologia offre vantaggi evidenti in termini di automazione e velocità, dall’altro espone i cittadini al rischio di essere puniti ingiustamente per colpa di un algoritmo. Senza un controllo umano efficace, l’AI può trasformarsi da strumento di sicurezza a causa di disagio.

Autovelox (quotidianodipuglia) - IlFogliettone.it
Autovelox (quotidianodipuglia) – IlFogliettone.it

La risposta delle autorità e dei media

In attesa della decisione definitiva sul suo ricorso, Hanssen ha già ottenuto il sostegno dei media locali, che hanno dato ampia visibilità al suo caso. L’opinione pubblica è sempre più consapevole dei limiti degli strumenti automatizzati e chiede maggiore attenzione nel loro utilizzo. La fiducia nella giustizia e nella tecnologia passa anche attraverso la capacità di riconoscere gli errori e correggerli tempestivamente.

Questo episodio dimostra che l’intelligenza artificiale, per quanto potente, non può sostituire completamente l’intelligenza umana. L’affidabilità di un sistema non può prescindere da un controllo accurato e critico da parte delle persone. La tecnologia deve essere al servizio del cittadino, non un mezzo per complicargli la vita con errori che il buon senso dovrebbe facilmente evitare.