Grillo nega il flop dei 5 Stelle. Di Maio nel mirino ma non rischia

Grillo nega il flop dei 5 Stelle. Di Maio nel mirino ma non rischia
Il vice premier M5s, Luigi Di Maio
12 giugno 2017

L’analisi del voto delle Comunali si fa attendere: soltanto verso ora di pranzo, Beppe Grillo dà la sua lettura che nega il flop dei 5 Stelle di cui parlano tutti i giornali. Anzi, rivendica una “crescita lenta ma inesorabile” del Movimento 5 Stelle e lancia un messaggio agli avversari politici: “Tutti gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del Movimento, sulla fine dei grillini. L’hanno detto dopo le politiche, dopo le europee, dopo le regionali, dopo il referendum. Fate pure anche ora. Illudetevi che sia così per dormire sonni più tranquilli. Noi continuiamo ad andare avanti per la nostra strada”. Adesso – questo è il ragionamento – la via è tracciata: intanto, occhi puntati sui ballottaggi. Perché se è vero che i pentastellati sono fuori dalle sfide più importanti – Palermo, Genova e Parma le sconfitte più cocenti – è anche vero che dovrà affrontare 9 ballottaggi seppur in centri più piccoli. Quindi, così viene riferito in ambienti M5S, al momento non è prevista nessuna assemblea dei parlamentari e per un’analisi dettagliata del voto bisognerà aspettare dopo il 25 giugno quando si terra’ il secondo turno.

Negli ambienti pentastellati, però, sotto la lente finisce inevitabilmente Luigi Di Maio: nel Movimento infatti c’è chi fa notare che avere troppi ruoli – deputato, vicepresidente della Camera, responsabile Enti Locali e soprattutto candidato premier in pectore (per quanto sarà la votazione della Rete, a settembre, a decretare il nome) – alla fine sia controproducente e non porti ai risultati sperati. Tra l’altro, nei giorni scorsi è stata sconfitta anche la linea dialogante portata avanti sulla legge elettorale dal Di Maio ‘pragmatico e di governo’. Linea che ha portato malumori tra i più ‘ortodossi’ che hanno cercato, anche in questa occasione, di ricordare sempre le origini del Movimento per non tradire i principi che lo ispirano. Il problema delle divisioni interne nel Movimento 5 Stelle e quello del poco radicamento sul territorio sono dei ‘nodi’ che i pentastellati devono ancora sciogliere e che non sono di importanza secondaria. Basti vedere che anche se a Sarego, comune del Veneto, il sindaco uscente M5S Roberto Castiglion è stato confermato, M5S ha perso invece il comune nel veneziano, Mira, uno dei primi ad essere conquistato. Qui non si era candidato l’uscente Alvise Manero ma la candidata 5 Stelle Elisa Benato che però non ce l’ha fatta. E analizzando proprio questo risultato, Max Bugani, consigliere comunale a Bologna e braccio destro di Davide Casaleggio, ne approfitta per tirare in ballo un’altra questione di importanza rilevante: il vincolo per i 5 Stelle dei due mandati. “Ora dobbiamo fare una riflessione. E visto che si avvicinano le elezioni politiche dobbiamo riflettere sulla regola del doppio mandato. Un vincolo che ha fatto da freno a molti. C’è chi non si è ricandidato, ad esempio è successo a Mira con il sindaco uscente Alvise Maniero: e’ rimasto fuori da queste amministrative per giocarsi una chance in Parlamento”.

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Non è escluso, quindi, che questa regola aurea del Movimento possa essere rivista. Allo stesso tempo, in M5S c’è chi dice che il risultato elettorale delle Comunali “non metterà in discussione niente e nessuno”. Anche perché, è un altro ragionamento che si fa tra i pentastellati, non ci sarebbero alternative a Di Maio. Né Roberto Fico, attuale capogruppo, che pur aveva espresso la possibilità di candidarsi nella corsa alla premiership; né Alessandro Di Battista che, nonostante il forte consenso popolare, ha sempre sostenuto di non essere interessato. E infine, elemento dirimente, il primo a non mettere Di Maio in discussione è lo stesso Grillo che da mesi ormai punta su questo volto giovane, rassicurante, convincente anche per un elettorato di centrodestra, e televisivamente impeccabile. Detto ciò, nel Movimento 5 Stelle continuano ad esserci diverse anime: c’è chi pensa che lo ‘schiaffo’ dei risultati delle Comunali possa essere salutare e aiutare, anche i vertici, a capire che alcuni errori non vanno ripetuti. Ad esempio, la vicenda Cassimatis di Genova insegna che le ‘sconfessioni’ via blog, in questo caso post Comunarie, bene non fanno. Ma c’è chi invita con forza a ricordare che, al di là di una naturale delusione per un risultato che comunque soddisfacente non è, c’è differenza tra le elezioni comunali e quelle nazionali. Grillo dal blog ricorda le prossime tappe del percorso: dopo i ballottaggi, bisogna pensare alla Sicilia e alle regionali del 5 novembre. I pentastellati confidano di vincere e conquistare cosi’ la prima regione a 5 Stelle. E poi, scelta del candidato premier da parte della Rete (a settembre) in vista delle elezioni politiche perché l’obiettivo dichiarato è arrivare al governo.

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